venerdì, giugno 22, 2012

Badz - parte 2


Gli occhi di tua madre erano trasfigurati, quando l'ho vista. Come se un pezzo di puzzle fosse caduto al posto giusto e finora non avevi idea di come potesse essere quel quadro, così tua madre mi è apparsa completata. Piena, proprio ora che dopo nove mesi era finalmente vuota. Sola, quando meno soli si è al mondo. Quando sei una... e il 50% di un'altra.

Se solo potessi spiegarti a parole cosa è successo quando ti ho visto la prima volta. Cosa si sente sotto lo stomaco. Come il cuore si è impegnato in battiti più corposi, come volesse ruggire.
Quando, per la prima volta, ti ho toccata. Il primo bacio sulla testa. La posizione 'sversa post-sbornia' che hai assunto sul mio braccio.I guaìti della zia Beatrice (ma non glielo ridire sennò s'offende. Ultimamente è un po' schizzata, ma le hai fatto tanto bene: sembrava quasi umana con te in braccio). Le coccole dello zio Nicco, che c'aveva i lucciconi agli occhi anche il suo cromosoma Y. 
Le tue bellissime fontanelle.

                                    Benvenuta, amore di zia.

lunedì, giugno 11, 2012

Ma che ne sanno a Trastevere


Ormai l’avete capito, sono quella del tempismo imperfetto. Meno 35 ore al quizzone della vita e io... scrivo un post. Saranno solo una manciata di righe, per tirare fuori una volta per tutte l’astio e la grinta insieme - e lasciare l’astio quanto più possibile incollato qui.

Ma cosa ne sa il Miur.
Ma cosa ne sa il Miur del morbo di Wilson, visto che ogni domanda ha risposte diverse.
Ma cosa ne sa il Miur di quanta fatica facciamo per 7 anni, per arrivare a questo momento della nostra vita: cosa ne sa delle scelte e dei compromessi e della giovinezza regalata ai libri e dei reni zuppi di caffè.

Ma cosa ne sa il Miur di cosa provo io quando si apre la dura e voilà il liquor, trasparente translucente simile a succo di limone diluito, inconfondibile. Cosa ne sa il Miur della mia frequenza cardiaca che rallenta quando vedo la basilare in endoscopia, e se potesse mi sorriderebbe anche il cuore. Cosa ne sa del motor oil, cosa ne sa della rabbia davanti a un grado IV, cosa ne sa della poesia e della meraviglia della corteccia cerebellare.
Cosa ne sa il Miur di Serena, Laura, Alessandro, Bianca, Chada, Alfredo.

Vorrei urlarlo su viale Trastevere, macosac***onesapetevoi. Io per fare questo ho dato TUTTO. E voi vi permettete di fare quiz sbagliati e di non correggerli nemmeno, errori noti dal 2009, roba che siccome li corregge un lettore ottico devo scrivere quello che vuole il Ministero, ma se li correggesse una persona fisica (magari un neurochirurgo, visto che il concorso è per quello) mi caccerebbe fuori a pedate.  

Mercoledì alle 12.30 sarò davanti a 60 domande, contro 11 concorrenti.  11 colleghi che han sofferto e penato quanto me. E ognuno vorrà giustamente sterminare gli altri 11, in barba ad Ippocrate.
Ma prima, alle 8, sarò a fare l’unica cosa in grado di farmi sorridere anche quando tutto trema.

Ma cosa ne sanno a Trastevere dell’odore del betadine sulle braccia.  

"Necessito consulenza"

Stavolta non parlo di ospedali o simili amenità (e forse questo è il posto dove ne parlo meno in assoluto, a dire il vero): il titolo è il contenuto di un sms che mi è arrivato stasera.
Cioè, non solo una povera disgraziata si sta puppando i quiz più idioti del mondo per entrare in un concorso dove anche Lara Croft farebbe marcia indietro, alle 22 ti arriva anche un sms del genere.
E così scopri che non sono i quiz dal 4300 in poi ad essere la cosa più difficile del 2012. E' rispondere a un sms.

Tralascio le risposte che mi sono sgorgate dal petto mentre scorrevo incredula il display (cioèquestamestaachiedestestronzatepropriomòanzichèstudià, macheccaaazzojedicoio, madetanteproprioammè!) e vi propongo un paio di pensierini delle elementari -che sono quanto di più complesso io riesca a produrre al momento, non sparate sulla Croce Rossa- sull'argomento "cosa faccio/dico/agisco per tenermi un esemplare XY".

Ahahahahahahahhahahaahhahahahahaha, sì, io scrivo un post del genere. IO.
Cara X (perchè te la meriti, questa lettera, per contrappasso e per quello che sto facendo, e se non è amicizia questa...),

mi hai fatto la domanda sbagliata. L'unica che non devi fare mai, non solo a me per paura che ti sgozzi -ecco spiegato l'sms e non l'invito per un aperitivo!- ma nemmeno a te stessa. Soprattutto a te stessa.
La domanda giusta è "Cosa fa/dice/agisce l'esemplare XY per tenersi me?"
Vediamo.
Cosa fa: fa l'uomo, e non il maschio. Fa qualsiasi cosa che ti fa rendere conto che con lui è meglio che da sola. Meglio non è uguale a 'più facile': è uguale a meglio. Più bello. Più interessante.
Cosa dice: DICE. Parla. Rende esplicito quello che pensa senza che tu debba minacciarlo con un coltellino svizzero. E dice cose fattibili, e dice cose sincere. Magari dure, ma sincere. (Tutto questo prevede che sia in grado di PENSARE. Vedi te...)
Come agisce: eheheheh. Un po' animale un po' no. Punto primo, agisce. Punto secondo, RE-agisce. Rimettiamo le mummie nei loro sarcofaghi. 

Non ti fa sentire sola al mondo anche quando vorresti esserlo, anche quando vuoi scappare. Non ti fa pesare troppo il tuo lavoro (e qui tanti auguri a te ma anche a lui, poraccio...), non ti porta via pezzettini di te e ti rimprovera se te ti plasmi su di lui. Ti chiede se ti riconosci nello specchio. Raccatta ed incolla i pezzi del famoso specchio che rompi le mattine in cui sei inguardabile, e te non te ne accorgi nemmeno. Ama le tue doppie punte -dovrai avercene almeno tre pure tu, eccheccavolo- e non gliene pò fregà de meno di come ti vesti e dei mollettoni da parrucchiera e dei peli. Peli are overrated.
E hai presente la Sindrome di Ondine? Viene quando sei accanto ad una persona a cui devi continuamente dimostrare, continuamente essere all'altezza: sei così impegnata a respirare che ti perdi il bello, e perdi te stessa. Ecco, se c'è quella devi fare una cosa tu. FUGGIRE VELOCE.
Ti deve far star così serena che ti dimentichi persino il nome dell'Antra, altrimenti gambe in spalla and never look back.

Per tornare alla tua domanda: cosa devi fare te?
Devi dare un calcio al passato e alle paranoie dentro cui ti sei trincerata. 

Devi dargli modo. Dargli tempo -poco. Dargli una vera occasione. 
Dargli il regalo che sei. 
Meglio se impacchettato in pizzo bianco. 

Basta guardare il mondo dietro al buco della serratura: go get it.
In bocca al lupo, X.