sabato, gennaio 28, 2006

No one but me

… perché anche loro sentono con che gusto la pioggia e il vento si mischiano e che quell’urlare è un urlare di gioia…

Stamattina mi sono alzata alle otto e un quarto. Solita colazione pacifica. Lungo bagno con tantissimo bagnoschiuma al gelsomino. E poi sono andata a fare una passeggiata in centro.

Il vento sussurrava parole dolci all’Arno che scorreva placido sotto Ponte Vecchio, dipingendo riflessi argentati sulle increspature sfaccettate che ora ci sono ora non più. Il vento baciava svelto i profili geometrici, regolari, imponenti, rassicuranti degli Uffizi poco distanti. Il vento mi scompigliava i capelli, approntando due rapidi cubetti di ghiaccio con i lobi delle mie orecchie.
Il vento mi sussurrava di respirare a fondo il profumo di terra, e pioggia, e fango, e pietra umida, e metallo dei lucchetti incatenati al muro, del balsamo alla vaniglia, delle colline intorno a Firenze, stupenda, algida e splendente, le tegole bagnate, le pozzanghere, i pochi turisti, le strade ancora tranquille. Il vento mi sussurrava di sentire, di ascoltare, di avvertire la vita che mi pulsa dentro e che non si può seppellire sotto mari di formule che sono la vita stessa. Il vento mi sussurrava le stesse parole di quando riesci in un clean landing, fendendosi nel modo perfetto che contraddistingue i momenti in cui ti accompagna con grazia perché è sicuro che tu ce la possa fare da sola da quelli in cui ti sospinge energico per spronarti a dare di più. Stamattina il vento lambiva tutti i miei amari pensieri cospargendoli di zucchero a velo, ricordandomi la fortuna di avere due immensi amori della mia vita, uno che nessuno potrà mai togliermi e l’altro che è la mia ragione d’esistere. E in ragione di questo, in ragione del medico che sarò, alle quasi undici di sera del sabato prima del sabato che precederà l’esame scrivo per condividere con voi le mie solite paturnie e le mie solite risposte al riguardo. A volte bastano davvero tre lettere, tipo MSF o un tvb, a ricordare tutte le ragioni per cui è necessario e bellissimo mettercela tutta.


E quell’urlare è un urlare di gioia.

See you soon!

lunedì, gennaio 23, 2006

Qualcosa di nuovo dal fronte occidentale

PAURAAA!!!
L'esame si appropinqua inesorabilmente, mi sembra di star scavando solchi sul libro ma di lasciare intonsi i miei circuiti cerebrali... cosa combina il mio sistema limbico?!
Quel che è certo è che sono questi i momeni di più acuta carenza affettiva: mandatemi quintali di cioccolato o lasciatemi tanti messaggi, l'effetto coperta calda per lo spirito è il medesimo!
Vi voglio bene ( quanto sono spassionata... tranquilli, passato l'esame tornerò la maledettissima sarcastica di sempre!)

L.

mercoledì, gennaio 04, 2006

L'anno che verrà

O che, a piacer vostro, è già arrivato da 3 giorni trascinano con sé la pioggia che ha funestato l’ultima settimana del collega da poco licenziato.

Le feste che sgocciolano dal calendario hanno confermato la regola del Mistero: non sai mai cosa riceverai per regalo, cosa farai il 31 notte, se i libri che hai portato da Firenze per studiare saranno mai tolti dalla valigia, che taglia vestirai il 6 gennaio… a quest’ultima domanda una mia risposta certa è “Non quella di prima”, ma per le oggettive controindicazioni del pandoro stavolta non posso incolpare il mio metabolismo letargico.

Il prossimo ritorno a Firenze ( ‘…rotolando verso Nord…’) riporta all’impietosa luce del giorno gli interrogativi scomodi e disperanti che avevo seppellito sotto il torrone, del tipo “Riuscirò mai a preparare biochimica per il 9 febbraio non avendo combinato NULLA questi giorni?” Maledizione, sono sicura che finirò per rimpiangere amaramente queste feste di totale ozio –dire relax sarebbe esagerare, considerato il fatto che non ho fatto praticamente nulla di tutto quello che amo fare per rilassarmi - e so che tornata a casa sarà dura riprendere il ritmo di 12 ore di studio tutte di fila, ma DEVO FARCERLA perché lo devo a me stessa, non posso e non voglio assolutamente mollare, e se è vero che ci sono esami ostici su cui non mancherò di sbattere il capo durante il mese di studio matto e disperatissimo che verrà è vero anche che ho la testa dura, e una volontà ancora più resistente.
E poi, la mia facoltà mi ha addomesticato...

Crescere è una gran scocciatura. (Grey’s Anatomy docet)

Ma la libertà di scegliere da soli cosa fare della propria vita rende più interessanti le responsabilità che ti cadono tra capo e collo.

Che sia un 2006 strapieno di possibilità di scelta!