venerdì, aprile 15, 2011

24+6

Ti racconto Parigi viola e calda e luminosa, provo a spiegarti che odore hanno le olive nel pane caldo, come suonano le campane di Notre Dame. Non sai cos'è la panna, quindi è inutile che ti faccia paragoni idioti con le nuvole sotto l'aereo. Ti arrabbi se ti tocco e ne sono felice, ma togliti la manina dal naso. Quella cosa fastidiosa deve restare lì. 
Mentre ti tolgo la manina dal sondino visto che non hai intenzione di farlo da solo mi afferri il polpastrello, mi copri l'unghia dell'indice con le tue dita. 

Sei nato stamattina alla ventiquattresima settimana, 6 mesi scarsi di vita intrauterina. Sei andato in arresto, ti hanno rianimato... e i tuoi genitori ti hanno abbandonato. 
C'è più vita intorno al mio polpastrello di quanta ce ne sia in tutta Firenze e sono arrabbiata, perchè vorrei avere una buona ragione per non odiarli. 
E non dovrei nè pensare a loro, nè pensare a te, ma mi hai acchiappato una falange con la tua manina violacea, minuscola e perfetta, te che non sei mai stato baciato sulla testolina, te che ti muovi energico dall'alto dei tuoi 590 grammi e che invece dovresti stare fermo per risparmiare energie e mettere su ogni punto di saturazione e vincere le mille cose contro cui stai combattendo. 
Sono qui fuori dalla tua incubatrice e come ninnananna ti sussurro di farcela, perchè Parigi ad aprile è incantevole, perchè qui fuori tutto o quasi è bellissimo, e perchè se ce la fai sarai riempito di baci e questa è una cosa per cui vale la pena vivere.