mercoledì, novembre 26, 2008

Senza fiato

Ho la conferma che si può restare buoni clinici ed essere dei chirurghi a 5 stelle. Ma soprattutto ho scoperto che si può restare persone anche dietro ai teli azzurri della sala, nonostante l'odore del betadine sempre nelle narici, quello del passaggio del bisturi elettrico e quello della vita che batte e sanguina. Da oggi ho una nuova figura a cui riferirmi, che mi guiderà nelle mie scelte e nell'accettare che non c'è niente da fare, sono un animale che non si può rinchiudere in una gabbia di medicina interna. E ho la conferma,una volta per tutte, che gli scorsi 4 anni passati a studiare mi hanno lasciato ben più che 'qualcosa'. Ogni volta che me ne accorgo resto senza fiato. Un'esistenza così ricca non l'avevo mai sognata...

domenica, novembre 23, 2008

Piscine e pozzanghere

Il viaggio da cui sono tornata tre ore fa è una testimonianza di come bisogna davvero lasciarsi sorprendere, di come sia necessario restare in cammino e continuare a cercare risposte.

Lourdes è stata una sorpresa (beh, cosa in questi due mesi non lo è stato?) ancora più inaspettata delle altre: ci ero andata con gli occhi ben aperti. Ho trovato delle luci diverse, a cui i miei occhi non erano abituati, e sono rimasta abbacinata.

Le mie risposte erano tutte già nel vocabolo che più sento mio nel dizionario, il più spaventoso e il più meraviglioso, ma servivano quelle luci diverse per leggere le pagine già scritte.

A volte l'essenziale è visibile agli occhi: le luci che hanno condiviso 30 ore di 70% di tasso di umidità, una linea azzurra da seguire, delle crepes superlative, una serata a marron glacés e massaggi le custodirò sempre dentro accese.
Per un bacino senza chiedere nè parlare.
Per lo stupore.
Per un ombrello condiviso.
Per un'attesa intima.
Per delle parole mai scontate.
Per delle lacrime asciugate con la sciarpa in un ritaglio spazio-temporale che aveva il profumo di una benedizione, di uno stato di grazia.



Credevo di cercare risposte, e invece avevo bisogno di nuove domande.

giovedì, novembre 20, 2008

Compte rendu - stage Pneumo 2B

Progettare con gli altri externes chi porta quale torta domattina per il party di commiato ha dell'incredibile... allora non sono arrivata ieri, allora sono davvero passati due mesi. E l'ho ben visto oggi nel presentare il dossier, con il mio francese che di stentato ha ormai ben poco, con la terminologia giusta, con l'intonazione musicale della Francia del sudovest che mio padre ama tanto e con lo chef de clinique che mi osservava dall'angolino.

Quella stessa persona che mi ha fatto mentalmente ringraziare il non sapere come insultare in francese è stata poi capace di dirmi che avevo fatto un bel lavoro, e che sembra che parli in pubblico ogni giorno.
E' bello lasciarsi sorprendere, ogni tanto.

E i miei colleghi, caspita, loro mi mancheranno sul serio, se ne vanno tutti a Medicina Interna mentre io passo a Chirurgia Vascolare. Dire che non vedo l'ora è usare un blando eufemismo... soprattutto, ho voglia di testare la mia versatilità e vedere se sono capace di passare dal camice allo smezzato azzurro Grey's Anatomy che c'è qui in chirurgia. E se sono ancora capace di tenere un bisturi in mano.

Merci bien donc à Gabi, Charlotte, Laure et Simon pour cette expérience que j’amènerai toujours avec moi.

martedì, novembre 18, 2008

Memories - il rischio del bianco o nero

Stasera mi sono state dette parole ogni donna vorrebbe sentire, da un uomo che ogni donna probabilmente sogna. Mi hanno rovistato dentro impietosamente, fatto sorridere e nascondere la lacrima che mio malgrado è sfuggita. Diventare onesta con me stessa ha un rischio che non avevo calcolato, ma finalmente non avere risposte per me diventa più importante che darne ad altri. Il rischio del bianco o nero.
Ed imparare ad ascoltare quelle che ho, e continuare a cercarne di nuove... questo è il mio grigio.

mercoledì, novembre 12, 2008

Gringoire e la Luna - tabula rasa.

Cosa ci ha diviso, non lo so bene.

Ti ho scritto altri 5 o 6 post, mai pubblicandoli. Solo in uno ti ho scritto una frase, chissà a quando risale. Ogni 23 agosto da che ci conosciamo ho la testa e il cuore piantati su di te... e se è vero che per ogni anno restano altri 364 giorni, mi chiedo se hai sentito tutte le volte che il mio pensiero si è posato su di te. Mi chiedo se ti sei mai sentito lasciato in pace. Perchè se questo è successo, se non ti sei accorto di essere rimasto impigliato in tutti i miei orologi, in tutte le aree della memoria, in delle fibre profonde del cuore, allora è stato il fallimento più grande della mia vita.

Ed è una mia responsabilità.

Il foglio con la poesia di Garcia Lorca scritta sopra è qui con me in Francia, come la pietra che abbiamo disegnato insieme, come il fazzoletto che hai usato per disegnare sotto alla Loggia dei Lanzi.

Mi piacerebbe tu sapessi come io non ti abbia mai lasciato andare, in realtà. Anche se quello che è apparso era tutt'altro.

La sera che ci siamo incrociati su Borgo San Lorenzo mi sono sentita a casa, ma una casa distrutta. Mi hai offerto le fondamenta intatte rincorrendomi, fermandomi, parlandomi. Ci ho messo mesi per preparare la calce e spolverare tutti i mattoni che avevo riposto con cura. Non avrei mai lasciato un posto che chiamo casa, anche dopo tormento e pianto.

Ed è una mia responsabilità, ed il coraggio che trovo solo ora, dirti che riprenderti per mano e riprendere il cammino significherebbe la pienezza che solo tu sai. Non sapendo quasi nulla dei noi di ora.

Sappi che sono pronta a prendere appunti, ricevere insulti ed incassare un no. Ma rischio: mi premeva più dirti che sono qui e che ti voglio bene.

J.

lunedì, novembre 10, 2008

Che non vede l'ora

Non ho ancora finito il dossier che devo inviare al mio chef de clinique, la caffettiera è già pronta per il suo terzo round della giornata ma prima di fare tutto il resto questo lungo post deve scivolarmi via dalle dita, sognato da tanti giorni, già scritto sotto le unghie. Un post per me stessa che trepido di voglia di scrivere e di riepilogarmi a me stessa, per chi vuole rimanere up to date e per chi inizia a conoscermi ora. Un post come una volta, un post su e di Laura.
Laura che ora parla di sè in terza persona senza problemi perchè Facebook sta storpiando il suo italiano, Laura che dopo tanto tempo si vede da fuori esattamente come si vede da dentro.
Laura impaziente.

Una persona mi ha detto che ho già scritto tutto della mia vita. E mi ha lasciata senza una risposta da dargli, o meglio, con una risposta troppo articolata per poterla formulare in tre minuti.

Il primo Moleskine che è entrato nella mia borsa è datato quinto liceo, quando iniziavo ad avere più allenamenti che ore libere e dovevo assolutamente programmare le interrogazioni in funzione di gare e spettacoli.
Tutti gli altri che sono seguiti sono stati perchè durante l'università è impossibile tenersi al passo degli eventi solo affidandosi alla memoria, almeno per me.
Ho sempre fatto progetti. Sempre. Non è una cosa razionale, una pianificazione: per me ha sempre voluto dire spargere a casaccio i sogni su carta bianca, su un planning immaginario e senza date, più sogni di quanti se ne possano realizzare in una vita piena. E quando i sogni cambiano in realtà non cambiano, non li depenni mai del tutto: piuttosto ne aggiungi alla lista.
Il sogno capostipite è quello di trovare il tempo di incasellare tutto... l'unico della lista che ho sempre saputo essere davvero solo un sogno.

Nei primi anni di Medicina avevamo creato una famiglia immaginaria. Io ero la zia zitella dalle mille cose da fare, sempre altrove. Vedere che gli altri mi avevano già inquadrata da subito mi faceva sorridere: la maglietta di Medici del Mondo bucherellata, le foto di Enzo davanti la scrivania, una camera piena di libri, mensole di dizionari delle lingue più improponibili, lo zaino dietro la porta e gli scarponi a portata di mano, con due o tre flirt in contemporanea di cui tutti sapevano tranne me e magari il flirt del momento di cui per fortuna o per depistaggio nessuno sapeva nulla.

Lucia mi ha detto che il ricordo più vivo che ha di me è quello di una ragazza dai capelli rossicci china a studiare su un tavolo dell'aula B. Studiare è sempre stato un mio pallino, un mio sogno, un mio progetto, anche quando pattinare veniva prima. Studiavo comunque, studiavo di notte, quando mio padre alle 2 mi veniva a svegliare sul libro di storia. A Firenze non c'era nessuno che mi svegliasse sul libro di anatomia, quindi la mattina andavo a lezione con un torcicollo epico. Qui finora non ho studiato di notte, ma per quando comincerò a farlo la soluzione me l'hanno trovata i miei amici prima di partire: una caffettiera elettrica che si può programmare. Il profumo di caffè e il chrhrhchchhchrhhc che ti svegliano quando vuoi.

Pattinare è il grande amore della mia vita, quello che non si scorda mai, quello che mi butta giù dal letto senza sveglia fino a farmi amare i lividi che mi scopro addosso di tanto in tanto. "Ah, questo era il Lutz atterrato prima su una traccia già presa e poi sulla chiappa destra..."
Probabilmente mi si potrebbe dare della squilibrata sapendo che non potrei rifiutare una proposta di matrimonio fatta al Palavela, ma vabbè.

Fermi tutti. Matrimonio, non avete letto male. E famiglia, figli. Lo so che queste sono parole che non si associano bene con l'idea che io ho di me, che chi mi conosce bene ha di me.
Ma Laura non era la zia zitella che non si ferma mai, non si fida mai e non si mette in gioco?
Possibile che un mese e mezzo di croissant pur beurre alle spalle (o intorno al punto vita, a seconda dei punti di vista) abbiano operato una tale rivoluzione?
Niente paura, sono sempre io. Forse, con un "chissà" in più da aggiungere alla lista dei tanti presenti, un chissà terribilmente interessante e non alla leggera. Un chissà che vedo col binocolo, ogni tanto.

Guardandomi in superficie -oltre il girotorace- potrei sembrare una contraddizione vivente. E' difficile da spiegare, questa. Preferisco vedermi come una che si lascia delle alternative, che vede più possibilità e punti di incontro. Sono una curiosa.

E sono anche la persona meno diplomatica e più secca che conosca. Franz dice che sono acida, Giovanni anche. Ho paura di dire che hanno ragione.

Mi chiedo a volte se ci sia uno specchio nel quale si veda la vera Laura… anche se ormai mi conosco abbastanza per sapere che il mio riflesso si spezzetta in tanti endroit: sono quella dalle guance rosse e i capelli scarmigliati che vedo nelle lame appannate dei pattini al termine dell’allenamento, sono quella con le occhiaie del dopo festa, quella delle rughe sulla fronte del dopo studio, quella del naso con le piegoline dopo il pisolino pomeridiano e con le lentiggini dopo il sole, sono quella del camice obbligatoriamente stirato e con le maniche rivoltate, dalla scrittura incomprensibile, quella che davanti a un paio di occhi chiari fa fatica a rimanere concentrata, quella saccente e troppo orgogliosa in quasi tutte le situazioni, sono quella che nelle situazioni ci si ficca dentro fino al collo, anche se vuol dire uscirne un po’ ammaccata. Sono quella bipolare a ora di pranzo, con il volto dolorante per il tanto sorridere quando un paziente sta meglio, stranamente silenziosa quando incamero un nuovo dolore altrui.
Sono piena di cose che sono, ma queste qui per ora bastano.

E da un mese a questa parte sono tornata ad essere anche qualcos’altro. Sguazzo in un presente sapido, ma sono fiduciosa e piena di speranza, pronta a farmi stupire. Non progetto, ho solo ripreso a sognare sogni nuovi. Ho voglia di farmi conoscere.

Sono Laura che non vede l’ora.

Per me, chi mi legge qui e mi legge dentro, ça c'est une page qui turne.

venerdì, novembre 07, 2008

Sharing Blades


















For who wanted this pics so desperately, for the one I need to share my ice with. And for all the other who didn't believe me when I said that that comes first of almost everything. Now you know a little bit of my reasons.

mercoledì, novembre 05, 2008

Buon lavoro Barack


Tornavo verso casa in macchina con Charlotte, e mentre io armeggiavo con ombrello fradicio e borsa gocciolante lei ha messo la radio.


"Le president Sarkozy a appelé le nouveau President des Etats Unis Barack Obama..."


Questo fine turno lo ricorderò per sempre.
Come ricorderò per sempre la vergogna di avere gente come Gasparri con la mia stessa nazionalità sul passaporto.


Good luck, Mr. President!

lunedì, novembre 03, 2008

Scommettiamo?

Scommetto che prima di giugno riprendo i doppi.

Scommetto che prima di giugno sperimento un sacco di roba che sto studiando ad ortopedia ( come dice mia nonna, viri mi ti sfasci l'anchi! ).

Scommetto che si sono sbagliati ad inserirmi ad un livello così alto.

E scommetto che se si sono sbagliati... in quel livello ci ritorno, prima di giugno.

Scommetto che non mi avete vista mai così completa in questi ultimi 4 anni.

E se avete idea di come mi accellera la frequenza cardiaca, di come un sorriso idiota ed inspiegabile mi stira il volto quando le lame incontrano il ghiaccio intonso... potete scommettere anche voi.

sabato, novembre 01, 2008

Poncif

Oui, ça peut être le mot juste pour commencer mon premier post en français... et bien oui, ça devait se passer aussi quand même!
J'ai pas eu un meilleur moment que maintenant, franchement je suis bien réveillée. Et après un mois, il y a la moi de toujours, cela que vous connaissez bien: la moi frappée par de petites choses, incroyablement, et aprés il y a des choses qui peuvent pas me frapper, et ça c'est bizarre, mais encore il restent. Et donc je commence d'ici, d'ou je me suis rendue compte que j'ai grandi, et que je me suis grandie quand même. Pas du tout banal.
Et bienvenue parmi mes papilles et mes erreurs, langue française.