venerdì, giugno 27, 2008

Cetrioli a fine pasto - Il sorriso etrusco

Dopo le olive, il pane con il peperoncino staccato dalla pianta (che nessuno lo sapeva, ma me lo facevi mangiare da quando ho fatto 7 anni Ca nun vai mu n'ciu rici a to matri, o alla nonna Concetta), i peperoni ripieni, le cozze gratinate, il pescespada alla greca, le penne con la parmigiana, la parmigiana, la frutta che nessuno prendeva mai e i profiteroles che prendevamo tutte due volte, il gelatino mignon e prima del caffè per i grandi c'erano i cetrioli spaccati per lungo, con il sale sopra. Per pulire la bocca.
E il mio primo caffè in assoluto l'ho provato lì.

Non inchianate pa'ssupra, virite m'avite a cariri ra chia scala iani.
La seconda metà della frase era coperta da "Sì, sì, va bene" e da quattro paia di piedi salire di corsa i gradini traballanti della scala a chiocciola.


E poi c'era la partita a scopa, o ad Asso piglia tutto fuori in veranda (Pijati st'asu!!), dove il sole non batteva già più -e comunque c'erano gli ombrelloni. E c'era la gara ad accaparrarsi Pedro cano - Identità in transitola tua sedia. Osservarti in quella luce piena era l'inizio della domenica pomeriggio. Il volto abbronzato, segnato dal sole e dagli anni in mare, i morsi dei pesci sul braccio, le spalle possenti. Le volte che tornavi dal mare a torso nudo, con l'asciugamano bianco sulla spalla sinistra. Ti ho rivisto qualche giorno fa in un quadro di Pedro Cano, alla mostra appena inaugurata. Eri proprio tu.


Sui muri bianchi abbaglianti intorno, le lucertole prendevano il sole. Se un giorno avrò dei figli, vorrei che sentissero quella sensazione confortante di immutabilità, quella del dopopranzo della domenica, quando il mare dal balcone brillava sotto al sole e tutto profumava di origano appena frantumato e panni lavati con cenere e soda appesi fuori ad asciugare.

E quando salutavo te e nonna Concetta (Laurètta, runa na vasata o nonnu!) sapevo che la domenica seguente sarei stata di nuovo recalcitrante ad andare -perchè voleva dire tornare prima dal mare- e poi di nuovo recalcitrante ad andare via. Perchè erano anche i miei nonni, e la scala ripida e stretta tra i due muri l'ho sempre salita correndo, anche la scorsa estate, anche se l'abbraccio che mi aspettava su era diventato uno solo. Don Vincenzo si lasciava sfuggire qualche lacrima ogni volta che Lauretta correva su per le scale chiamandolo, e diventavi nonno Vincenzo.

Spero che oggi il sole riempia il cielo, accechi e asciughi i volti che amo tanto, e che qualcosa scaldi.

Lauretta, da ieri sera, sarà sempre su quella terrazza assolata, su quella scala a chiocciola malandata. La bambina che ero resterà confinata tra quella terrazza e un altro balcone non molto distante, con il profumo dell'intonaco ruvido caldo di sole, il frinire delle cicale, le carte da gioco usurate -il sette d'ori con il taglietto sull'angolo-, gli avvertimenti, i cassetti mai aperti, i rintocchi della Torre, i peperoncini e l'origano che mi hai insegnato a frantumare con le mani. E mi mancherai tantissimo.

giovedì, giugno 26, 2008

Oui.Oui.OUI.

L.A. approvatoIndovinate chi brilla di più adesso , se io o il sole. aaaaaaaaaaaaaaaToulouse.

mercoledì, giugno 25, 2008

Tale as old as time

I've been trying to write down something again and again but words don't come out easily, maybe it's too hot even for them. So, when heat puts down italian , english puts down roots.
In those days I had a lot to think about.
First of all, the statement 'Anymore scout camping in the very middle of exams session' quicly climbed my list of Don'ts reaching the very first place. I'm going nut handling both heart attacks and Jasmine's costume at the same time, and finally having the DVD of Beauty and the Beast isn't helping at all.
My innermost desire lately are 'positively primeval'. A cold Ceres before dinner and fireworks on a bridge tasted just great last night, and that's because of the people I was with, people I feel like home with. Moreover, I'd kill for some vacation, kind of 'nothing to do at all, all day long'. I'd like to dance in every corner of the world, and to bath into the ocean... I'd like time for myself. Just for myself. Tale as old as time.



But then... a post can change a life, somehow. And it did, giving everything a new flavour, a newer and more complete sense. So, let it be hard. I'm ready to fight, again and again.

domenica, giugno 22, 2008

L'alba di stamani

Vista dalle finestre del DEA, mentre il vento scuote gli alberi intorno e il cielo si fa indaco, mentre Gianluca vaga ancora qui intorno in attesa che qualcuno lo mandi a dormire, l'alba rischiara le pagine del libro di cardio che ancora non ho letto, le pagine di cui sono ancora curiosa. Una notte piena di persone, di quelle con cui vorresti passare non solo una notte ma una vita intera, e per un po' c'è anche qualcuno che mi manca tanto. I cantucci con il vin santo in sala relax. Il mio fonendo al collo -la gomma arancione finalmente tiepida- la stanchezza che passa con mezzo litro d'acqua, una giornata che inizia in uniforme bianca... tutto questo non ha davvero prezzo.

mercoledì, giugno 18, 2008

Très, très loin

Mi sembra di guardare tutta la mia vita da una vetrina, in questi ultimi giorni. E se fossi una spettatrice di questo film, beh, chiederei alla regia cosa aveva fumato prima del ciak.
Ieri l'altro ho aperto un nuovo libro per un nuvo esame, pensando di riuscire a togliermelo di torno nel giro di poco, per non sentirne parlare troppo.
Macchè.
Il primo esame che ho problemi a gestire dopo fisica, solo che fisica mi faceva piangere perchè non capivo nulla, questo mi toglie l'aria perchè capisco tutto. E non è 'poco' la parola che descrive il tempo necessario per prepararlo, perchè avanzo come una lumachina.

Necessità di fuggire lontano quanto basta, con qualcuno di speciale al mio fianco. Ho davvero bisogno -e non ho davvero tempo- di riprendere fiato, di rendermi ridicola. Se trovate uno spacciatore di incoscienza, dategli il mio indirizzo.

lunedì, giugno 16, 2008

Per un soffio


Letteralmente.
Chi l'ha detto che i diamanti sono i migliori amici di una donna?

Facezie a parte, l'unico fastidio è che mi si scombinano un paio di piani, e che sarà una preparazione di VdB farcita di toni e indici funzionali. Ora credo che andrò a riposare, e poi riparto... con lo stesso amore di prima, e la grinta dettata dalla necessità.

domenica, giugno 15, 2008

Saving Grace

La sera prima di un esame ha cambiato connotati ad ogni nuova materia di questi 4 anni. Ho conosciuto sere di isteria, sere di ‘stasera capirò tutto!’, sere di pianti dirotti, sere di menefreghismo assoluto, sere di fatalismo e sere di incoscienza.
Sono ancora nel solito angolo della solita stanza, con accanto la medesima tazza blu sbreccata che mi segue dal quarto liceo, piena di caffè di Castroni fino all’orlo, ma stasera ha un sapore se possibile ancora migliore.
Il quindici giugno tramonta alle mie spalle –coperte dal pile di mia madre-, e questa sera ha un sapore diverso da tutti i Day Before.
Stasera è un ritaglio di intimità tra me e le materie che ho cullato in questi mesi.
I poster che tappezzano la mia stanza, pieni di tutto ciò che fatico a ricordare. I libri sulla sedia, ancora caldi delle mie ginocchia e delle mie mani.
Il mio orecchio destro rosso perché ho costretto mio babbo ad interrogarmi mezz’ora al telefono. Mio babbo, con la sua dolcezza che è la mia unica forza e la sua cultura che è la mia enciclopedia.
Scrivo per terra, contorta in una posizione quasi da Kamasutra nel tentativo di stiracchiare i seimila muscoli della schiena, spiegazzati per il troppo tempo passato accovacciata sulla sedia.

Ventilazione regolare, e il nodo SA tiene il passo tranquillo delle dita di Einaudi sul pianoforte.
Non importa cosa ne sarà domani della mia dedizione verso questa materia, se ne faranno polpette o meno. A volte l’amore è davvero la zattera che ci salva, comunque vada tutto il resto.


Allungo la mano per prendere un fonendo poggiato intorno al collo del camice, e sorrido quando la testina fredda incontra la mia pelle. Lub dub, lub dub, lub dub…

Welcome back, my dear Marco. Missed you.

Franci, Lucia, Wushu. Grazie.


martedì, giugno 10, 2008

LVAD (Laura Vorrebbe Assimilare il Doppio)

Mi infamerete in tanti, lo so, per questo titolo così dannatamente idiota... però stasera è la serata di Cardiochirurgia, quindi fatemi stupidare in pace, ancora cullata dal bagnoschiuma alla lavanda che è diventato il mio nuovo migliore amico. Oggi ho scoperto che la mia location ideale di studio a casa è la lavatrice, in balcone, meravigliosamente baciata dal sole. E di notte... la scrivania nel mio angolo, che mi ha visto preparare ogni esame da Scienze Umane a questo, e che è ancora lì ad ascoltarmi mentre mi sfinisco a ripetere.

Ancora pochi giorni, per questo esame dove davvero vorrei fare bella figura. Dove vorrei arrivare tranquilla e serena, e dove arriverò tesa come una legatura quadra ben fatta. La stessa cura, la stessa precisione, la stessa stretta forte... vedremo cosa saprà reggere.

sabato, giugno 07, 2008

Happily Ever After

Troppe cose tutte insieme. Alcune nuove, domande, arrabbiature, bellissimi sfondi per conversazione. Altre sempre le stesse, tremendamente uguali a prima. Da disordinata cronica che sono, non so mai dove ho messo la bandierina bianca... e ogni volta che ne avrei bisogno, ogni volta che sono sopraffatta dalla quantità di presente, lei non c'è.
Chi l'ha detto che il disordine non è salvifico?
Non posso mollare... l'arena è una calamita, una religione, uno stile di vita. Potrò maledirlo dieci volte al giorno, ma ne sarò sempre innamorata. Perchè tutti i suoi lati brutti finiscono quando mi vesto di verde o di bianco, e quando le mie braccia profumano di Betadine. Un profumo quasi pari alla terra dopo la pioggia.

mercoledì, giugno 04, 2008

Fogli di via

Tornare a casa con la testa esausta ma col vento dei Pirenei impigliato tra i capelli è un buon compromesso. 3 mail ad attendermi: due bellissime, di quelle di cui mi regalo altre tre letture. Poi, per una coincidenza che ha dell'assurdo, apro la terza.
E rido di me stessa, del fatto che prima di dare l'esame di Pneumo era quasi doveroso che mi fosse ricordato com'è un dolore puntorio, una stilettata tra le coste, una cicatrice su cui si infierisce. E credo che la mia accuratezza nel descrivere un dolore da pnx aumenterà drasticamente.
E miracolosamente non ho smesso di sognare...

Questa sera è una sera da sdraiarsi su un pavimento di pietra caldo di sole, come la scalinata di Palazzo Pitti... o Piazza del Campo. Per respirare tranquilla con la schiena tiepida. Per chiudere gli occhi, ed essere altrove o proprio lì.

Oggi, che finalmente la fine di tutta quella burocrazia sembra più vicina.


Finchè non accarezzerò quel timbro su ciascuna delle 4 pagine del mio L.A. non crederò fino in fondo che tutto ciò sia vero. Ma il giorno in cui tutto l'inchiostro su quei fogli sarà al posto giusto, indossate gli occhiali da sole prima di guardarmi negli occhi.

lunedì, giugno 02, 2008

E le stelle stanno a guardare

Credo che anche alle stelle piaccia il fumo negli occhi, quando viene da un fuoco chiassoso di risate.
Non saper dire di no quando si tratta di fazzolettoni al collo è un leitmotiv dei miei ultimi 13 anni... però vado fiera dell'aver capito che se gli esami saltano un appello poco male, ma se perdo l'occasione di conoscere persone valide come quelle incontrate in questi due giorni ho perso un tassello del mio puzzle.
Tirar tardi chiaccherando, con un the e cioccolata amara fino alle due di notte, quando le lucciole (sì, esistono ancora) sono in piena movida e se ascolti bene senti i cinghiali passeggiare nel sottobosco. E mentre l'ultimo sbuffo di fumo svanisce contro il cielo, mentre le note di Eirene ancora rimbalzano nell'eco, io ringrazio.
Per le mie due ali, le loro spalle accanto alle mie nonostante centinaia di km d'aria tra noi... così insieme a me da non aver fiato per dirlo.
Per quel nome con cui chiamo tante altre persone, ma che non è mai lo stesso tuo e che quando sono in uniforme il fiato per pronunciarlo mi si spezza alla prima sillaba.
Per la mia CoCa, una gabbia di matti, tutti pazzi per i nostri ragazzi.
Per le barzellette agghiaccianti e il TG scout, per le risate sincere delle persone che si regalano agli altri. Per quel the condiviso, per alcuni sguardi belli e puri. Per la fiducia ritrovata di qualcuno, e per quanta non si è reso conto di donarne. Per il profumo di campo, impagabile come l'acqua fredda sul viso appena svegli, e la rugiada per terra. Per il potere del gioco e del rimettersi in gioco. Il risultato, come sempre, è che torno esausta e felice, lo zaino da disfare è uno sforzo insormontabile e le gambe sono crivellate dalle zanzare.

La vita ha un senso incredibile.