martedì, gennaio 29, 2008

Barbie Barbona e la biblioteca incantata

Barbie Burberry non c'era...
Studiare nel Polo universitario di Giurisprudenza fa venire voglia di insalatine. Ovunque, esili figure in camicie Burberry , sorridendo estatiche, procedono elegantemente nei corridoi e tra i tavoli, dove le povere Barbie Barbona come me si infagottano in tute e si nascondono dietro a zaini che somigliano a valigie. Per questo, dopo avere appena fagocitato un trancio di pizza (mi viene in mente l'immaginina di Patuman che mangia) ho deciso che era ora di venire nel mio angolino e sfogarmi, perchè ho due tizie sedute accanto a me che parlano di come infilarsi meglio le dita in gola per entrare in dei pantaloni che potrebbero farmi da coprispalle. Appena finisco di scrivere offro loro un Duplo, così magari perdono coscienza e riuscirò a studiare in pace. Tanti baci a tutti, e che il PAF sia con voi!

martedì, gennaio 22, 2008

L'arma

Ed entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole
Silente ha sempre ragione. E anche Nazim Hikmet. E in questo pomeriggio di lotta contro il tempo, ho capito che davvero basta capirlo per ingranare l'ottava e bucare le nubi. Ed entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole.

lunedì, gennaio 21, 2008

Un motore che ruggisce in folle

Ieri mi sono definita così, e solo dopo aver finito la frase mi sono resa conto di quanto fosse vera, precisa e completa nel descrivere come sono in questo periodo. Tra pochi giorni ho questo dannato esame, e non ho la minima volontà o voglia di passarci le notti sopra. E' uno sforzo controllato, non mi sveno di fatica, non ci butto l'anima come dovrei. Non riesco a guardare oltre la pila di libri tutte le cose belle che ci sono. E sì che di cose belle ne ho, e so di averle. Ho la sveglia militare alle 6.30 con Valeria e ho la sua famiglia che mi abbraccia, ho un tulipano nero che inizia a germogliare sotto il terriccio (grazie Ale), ho un babbo che mi tiene su di morale raccontandomi dei suoi professori di patologia, ho una sorella che ride con me -e di me- sul mio nuovo taglio di capelli, ho un forsefintomicatanto cognato che mi stressa e che adoro, ho Virginia che è la mia benzina e ho Nik che mi ha risollevato una giornata con American Gangster. Ho Carla che tenta di convincermi che il look alla Fantaghirò è quanto di più chic ci sia in circolazione. Ho Marco alle prese con paper più grandi (ma non più alti) di lui, ma che nonostante tutto c'è sempre. Ho il cielo stellato nel messaggio di Albi di tanto tempo fa. Ho una CoCa che tifa per me e sopporta i miei orari proibitivi. Ho il DEA e Vascolare che sono sempre lì. Ho il mio scrub cap sempre in borsa. Ho una caldaia in panne da un mese, e quindi ho un sistema immunitario alive and kicking e un epitelio ciliato resistente al freddo.

Come dicevo sopra, ho un nuovo taglio di capelli che è costato una fortuna e una crisi vasovagale a me, e alla parrucchiera una valanga di improperi nemmen tanto a bassa voce. La realtà è che, dopo tre giorni passati ad evitare lo specchio, un autobus con i vetri riflettenti si è fermato davvanti a me stamani, e ho visto che questi capelli mi stanno di un bene assurdo. La cosa che però ho realizzato con sorpresa in quel riflesso è l'immagine di me. Ho me stessa, con tutti i miei lati spigolosi (figure of speech...) , le mie spine e i miei muri intorno, ho la mia strenua resistenza che si inabissa di tanto in tanto, ho i miei progetti che voglio realizzare, i compromessi che non so accettare, la fiducia che offro col contagocce, le liste di cose da fare, le cose che faccio per sfida per colpa del mio orgoglio smisurato.

Ieri sera una persona davanti a cui non posso calare barriere mi ha scritto "Dove hai seppellito il tuo cambio a sei marce? Fammi vedere chi sei!".

Yabusa
Obbedisco.

venerdì, gennaio 18, 2008

Tutt per te

Un post-icino (ah ah) direttamente dal tuo pc che rantola a medie bolle in attesa che torni da pranzo, così mollo le vesti di cane da guardia e vado a prendermi il cappuccino per cui mi hai allegramente preso in giro finora. Mi fa strano pensare che ti laurei tra pochi mesi -e che io non sarò alla tua laurea, perchè sarò in Erasmus-, è la prova vivente della rincorsa che hanno preso questi ultimi anni.
Lo sai che, a modo tuo, sei una delle poche costanti del mio intervallo 2004-2008? Hai sopportato i miei deliri pre-esame ed io le tue deliranti ed intelligenti dissertazioni esistenziali, ho riso con te come con pochi altri e ho studiato con te come con nessun altro. Dall'alto del tuo essere tre anni avanti mi hai sempre fatto sentire alla pari, ascoltandomi (o fingendo sapientemente di farlo?).
Mi hai ricordato la bellezza dei mattoncini Lego.
Solco dopo solco sul pavimento dell'aula B, canzone dopo canzone, panino dopo panino, sei diventato un vero amico. E vederti giocare al TotoRaggi è divertente, anche se sotto sotto lo so che fingi scetticismo, perchè le cose le sai davvero. Ora scrocchio le mie artrosiche ossa e mi rimetto a studiare. E se quando torni mi porti il cappuccino sarà una giornata meravigliosa nonostante la parrucchiera.

mercoledì, gennaio 16, 2008

Meno sei


I'm so sick of it.

Avete presente con quanto schifo e disgusto gli americani pronunciano questa frase? Sto disperatamente tentando di imparare, per poter meglio descrivere la mia situazione domestica ed universitaria. Tengo duro e chino il capo perchè sono ancora solo 6 mesi prima di lasciare la casa qui, prima di partire per la Summer School, prima di partire per l'Erasmus. 6 mesi in cui ho deciso di ridermela allegramente di tutto ciò che non sia lo studio e gli scout. Sarà dura, ma quando parte un conto alla rovescia la strada si spiana impercettibilmente, e anche se le caldaie non si riparano da sole e all'instabilità psichica di certa gente non c'è cura, saranno sei mesi da strizzare.
Bella premunt hostilia,
da robur, fer auxilium...

lunedì, gennaio 14, 2008

Grasp the nettle

I libri aperti sulla scrivania non mi sono mai sembrati tanto minacciosi quanto in questi giorni, e quelli impilati disordinatamente a bordo letto mai così invitanti. Cerco di esorcizzare la fatica e lo scoramento sottolineando come facevo quando preparavo istologia, scavando solchi sulle pagine, domandandomi perché non funziona più. Aspetta, però.
Durante istologia usavo come segnalibro il biglietto d’aereo che mi avrebbe portata in Bolivia un mese dopo.
Avevo alle spalle otto mesi di università, ed ancora la ferma convinzione che studiare fosse sufficiente. La vita non si mette tra le ruote degli studenti diligenti, hanno avuto la presunzione di farci credere il primo giorno di lezione.
Durante istologia anche gli altri preparavano istologia.
Studiare come funziona una cellula in primo anno è meraviglioso, cavoli, siamo fatti di cellule!
Se l’elenco qui sopra fosse un test a crocette potrei barrarle tutte come lasciarle tutte in bianco.
Il fumetto più adatto a me è un ciuchino che, inseguendo una carota, gira una mola.
Studiare come non funziona una cellula in quarto anno diventa un incubo. Cazzo, saremo anche fatti di cellule, ma ora che ci è ben chiaro quanto tutto funzioni per miracolo la carotina appesa davanti al naso è un orizzonte che inizia ad annoiare, specie quando attorno a me vedo casse di mele verdi.
Ho perso la meraviglia per questa materia. E non voglio perdermi il mondo intero là fuori, chi mi assicura che avrò il tempo?
E alcune mele verdi durano così poco. La sera sono lì, e la mattina dopo…e la mattina dopo ti trovi a pensare che non hai fatto in tempo ad apprezzarle come meritavano.
So bene di non essere me al 100% senza il naso tra i libri, ma altrettanto non sono me stessa senza luci di altrove riflesse nelle iridi. Non sono brava a trovare il giusto mezzo nelle cose, e non ho la buona volontà di cercarlo davvero: bianco e nero. Capito sul grigio solo per sbaglio, o solo quando apro l’armadio, talmente pieno di maglie e maglioncini grigi che quasi credo che sia tra i miei colori preferiti solo per contrappasso.
Il mio carattere trova i suoi biglietti da visita nelle ruote dei trolley e delle barelle, sotto le suole degli scarponi e nelle pagine di libri di inglese e medicina. Sono tutte “e”. Devono esserci tutte.


Mentre mi preparavo la solita caffettiera ho arraffato il dizionario di Idioms che vorrei tanto leggere, e l’idiom su cui ho posato gli occhi nell’aprire una pagina a caso è il titolo di questo post. Azzeccato quanto la tazza di caffè troppo piena che prima di arrivare in camera mi sarò di sicuro versata addosso.

lunedì, gennaio 07, 2008

Ordeal & Diamonds

Quando le cose compaiono d'improvviso dove non avevo mai guardato, o forse erano già lì e bastava solo acciuffare da qualche parte il coraggio di aprire gli occhi, sono sempre un passo oltre la linea del tempo.

La variante sul tema di stavolta è il fatto di non essere sicura di aver sbagliato a tenere le palpebre serrate, perchè stavolta è in ballo tanto, tremendamente tanto, e con i diamanti non si gioca.
Un anno fa ho scritto un post in cui mi ripromettevo di dare voce alle farfalle nello stomaco. Ebbene, questa volta sono farfalline speciali, di un colore speciale, e le sto lasciando chiaccherare liberamente, però a bassa voce, quasi sussurrando, perchè devono crescere. Ed anche perchè questa è una di quelle volte in cui vorrei che le farfalle restassero sempre lì, vicino ai diamanti, per degli occhi lucidi ed orgogliosi ad ogni sguardo e per tutti i possibili sguardi.
Tempo.
"That's the silver lining I've been looking for..."

venerdì, gennaio 04, 2008

Dove i vecchi sentieri sono perduti

Non sono mai stata portata per le public relation, e l’abbuffata di mail di questi ultimi due giorni non ho ancora ben capito se finirà con l'annientarmi o col temprarmi.

Stanotte, dopo aver finito anche l'ultima missiva, ho chiuso il computer e benchè fosse l'una e mezza mi sono accoccolata sulla poltrona davanti al camino e ho nuotato nei ricordi di undici anni di camicie blu, nel ricordo di quando tutto era ancora l'acqua fresca di cui parlava Don Ghetti, provando in tutti i modi a riemergere per un pochino da quelle torbide in cui invece ci ritroviamo a sguazzare, nolenti, per colpa di alcune scorie che inquinano alla sorgente.

Non molto tempo fa credevo di aver provato tutto il dolore possibile, di aver raggiunto l’apice del sentirsi feriti. Mi sbagliavo.

Tutto questo accade quando ci si lascia addomesticare, addomesticare per davvero.

Succede, in un preciso momento, che si capitoli, che la resa arrivi senza poterci fare nulla, e questo accade al primo cerchio. Gia' quello e' il punto di non ritorno. Gia' lì avrei dato la vita per ciascuno di quei visini.

Ed ora me li hanno toccati. Ed ora hanno messo a repentaglio la gioia di quella Famiglia Felice.

La rabbia di Raksha, la dewhanee di Tabaqui, la potenza di Kaa impallidiscono al confronto di Bagheera ferita, ma mai così glaciale, lucida e terribile.

Non esiste spazio per il perdono fraterno.

Denti bianchi e taglienti. Ogni loro lacrima versata ha un prezzo da pagare.

giovedì, gennaio 03, 2008

Post en passant

Finalmente le feste volgono al termine, e così il mio malumore sembra lentamente scemare. Nei miei post precedenti non sono stata in grado di mantenere la calma e la seraficità di Lu, con la sua voglia di guardare al bello, ma quello che di sicuro ho intenzione di fare è di mettere nei mesi che verranno tutta la grinta di Nanny, una mia fonte costante di ispirazione.
Dopo ben tredici giorni qui, e dico tredici, inizio a sentire prurito sotto le ruote del mio trolley strapieno e comincio a diventare una convivente insofferente persino per le due persone più tolleranti del mondo, costrette a vedermi vagare per casa per ancora (24x4= 96, arrotondiamo a) cento ore.

Al mio ritorno a Firenze devo impormi di rispettare un elenco di S.
A) Studiare, perchè la situazione si fa disperante.
B) Smettere di mangiare qualsiasi cosa abbia solo l'odore di dolce, perchè altrimenti esce una freccina collaterale in questo elenco che porta ad un punto E) dove E sta per Elena Mirò. Per evitare ciò, basta
C) Non fare la Spesa per cercare di
D) Smaltire tutto ciò che di sconosciuto ai miei pantaloni si è accumulato in questi 13 giorni. Non dubito che anche lo
F) Stress mi sarà d'aiuto in merito, così come le mie
G) Scappatelle in DEA e Vascolare, che non ho nessuna intenzione di interrompere in quanto fonte di ricarica morale e risate, oltre che di nozioni.
H) Scordarmi la vita sociale finchè non avrò avuto ragione di un certo esamino (anche volendo, con il resto della Banda in giro per il mondo avrò poco da fare).

E con questi buoni propositi -quantomeno per i due mesi a venire- vi lascio agli sgoccioli delle feste, che spero per voi saranno una vera favola.
Per quanto riguarda i miei prossimi quattro giorni, per le favole avrò parecchio tempo. Enzo sembra gradire particolarmente tutto ciò che di leggibile si possa trovare su un libro, con particolare propensione alle fiabe celtiche (moto d'orgoglio...) e in questo centinaio d'ore di mezza vacanza avrò come altro unico compito serio affilare gli artigli, perchè si sta per scatenare l'inferno.

Ultima cosina. Chiunque tu sia, la frase abusata "parla adesso o taci per sempre" fa proprio al tuo caso. Non sono propriamente famosa per la mia tolleranza agli scherzi e ai 'senza volto'...

martedì, gennaio 01, 2008

Nothing but Skill


C'è una cosa che ho dimenticato di menzionare ieri sera, ed è l'ultimo punto messo sulla mia cuffia chirurgica. E quando mi hanno augurato un 2008 pieno di ciò che più desidero, il mio pensiero è andato inevitabilmente alle mura che mi vedono entrare e uscire alle ore più improponibili del giorno e della notte. Vorrei solo continuare questo andirivieni, questo labour of love tanto appagante e tanto stancante che nel 2007 è stato il mio sangue nelle vene, grazie al quale in alcuni momenti inspiegabilmente il mio cuore continuava a battere.
Una nuova cosa imparata ogni bollicina bevuta nel mondo.
Questo è stato il mio vero augurio per questo anno in erba.