giovedì, maggio 31, 2007

Giro di boa

Pronti? WonderWoman si smaschera pubblicamente e vi fa ciao ciao con la manina riemergendo da due settimane di autentica passione. Senza mezzi termini, per la prima volta, dichiaro di esser stata davvero davvero male. Forse tra il prenderne coscienza e il tirare un respirone e dire tutto d'un fiato Sìhosoffertodacaniedacretina ci passa poco, ma è il poco che fa la differenza, è la boa che ti ritira su e che segnala agli altri la tua posizione di dispersa in mare. Ehi ehi, sono qui, basta apnea. E quando dico una cosa è quella, lo sapete, vero?
La boa che toglie il sottovuoto è fatta di tante piccoli grandi gesti, come tutto quello che rimette a posto le mie costruzioni e cementa le mie fondamenta. Una amica che ti chiama appena sveglia per scuoterti, due amiche da abbracciare forte, un amico che ti porta al cinema a vedere Pirates of The Carribean, un altro che ti dice di studiare insieme e ti prepara Martini e Asti. Presenze discrete tutt'attorno si fanno sentire ogni tanto come sprazzi di sole tiepido dopo un acquazzone. Fuori la finestra piove un po', ma dentro di me è finalmente tornato il sereno, e resta farmacologia, Nik, la pace della sera, l'immensità del cielo e il profumo della terra e dell'erba bagnata a fare compagnia. A presto, ciurma!

domenica, maggio 27, 2007

De cuius e Trastevere con furore

Tre treni e 7 ore di viaggio in meno di 24 ore, 12 ore di sonno da recuperare, da domattina alle 8 in reparto per i prossimi 15 giorni, fisio che santapacedevostudiare, riunione chiavica-riunione con i genitori-festa di fine anno-VdB tutto da preparare (anche gli esami, lo so...) seicentotrentottomila pagine di roba da leggere, una vita sociale da far colare a picco allo scoccare di questa mezzanotte.

Ma la notte scorsa è valsa tutta questa stracanata. Sapete, sentirsi a casa in molti luoghi è un privilegio che sottovaluto spesso, in fondo per me è così scontato avere le radici al vento che quando rifletto sul mio essere zingara è sempre un "Toh, guarda...". Stamani alle sette, dopo aver sbagliato stazione di partenza, aver cambiato stazione, scarmigliata e con i segni del cuscino sulla guancia, mentre sentivo dagli altoparlanti che il treno era stato soppresso ho pensato al come mai per me 'casa' è davvero un guscio sulla schiena e via, e la risposta è che le lumachine fanno tanta strada con il loro passo e la loro bavina perlescente dietro di sè. Sai dove vanno, e un pò le invidi perchè prendono partono e se hanno voglia ritornano.

E sapete cos'ho capito oggi? In realtà le lumachine sono così libere non solo perchè hanno gusci leggeri, ma perchè da qualche parte c'è qualcuno che le aspetta...Per fare nottata dopo una riunione di Branco in grado di tramortire un bisonte. Per farti conoscere gente che sulla tua strada ci voleva proprio. Per sorriderti felice per il solo fatto che sei lì, giocare a Forza Quattro in un locale very '70 e dirti che magari il prossimo weekend o quello dopo studiamo insieme a Firenze.

E venitemi a dire che 'casa' è un posto.

domenica, maggio 20, 2007

Maverick

Mes amis, che mese che è stato! Difficile da gestire anche per me, la Mille-cose-sennò-un-si-vole-nulla... ma che bella la possibilità di riscoprire il gusto di alcune piccole cose, come un fazzoletto in fondo alla borsa o un messaggio da chi meno me lo aspettavo, in grado di fare più di quanto credessi possibile.
Ballerina goffa senza piedi di piombo su un campo minato, un piede sopra una mina c'è andato a finire... l'esplosione ha fatto terra bruciata intorno a sè nel raggio di diversi chilometri che avrebbero dovuto essere a maggese.

E forse son grulla per davvero, forse ho ancora sonno, ma mi chiaman forte... quindi rientro nel gioco e gioco la mia parte, aspettando che piova e cresca l'erbetta nuova.
Sta di fatto che il piede in fallo non era quello con cui tiro un calcio alla prima sillaba di 'Impossibile'. Anche se qualcosa ti tocca e manca tanto da tirar via l'aria devo e voglio far mente locale sulle cose di cui non sento nostalgia e a cui manco io. Ora tocca a loro.

venerdì, maggio 18, 2007

A caldo


Brucia, e non poco. Ma ho un tatuaggio dietro al collo, e stasera legherò i capelli, cosicchè gli altri mi ricordino della sua esistenza, io che non lo vedo. Ma c'è sempre, e questo importa. Come importano tutte le cose che ci sono sempre.

E, senza paravento nè campana... qui il tramonto è fantastico e sono con persone che adoro e che so che ci saranno. E davvero, tutto il bene del mondo.
Ed è un puntino in più. Ed è stato un Buon Volo, e chissà che non ce ne saranno altri, diversi, tutti buoni.
E ci guadagno il rosso delle tegole.

E poi... beh, ho sempre le mie quattro spine.

mercoledì, maggio 16, 2007

L'arte del distacco


La prospettiva 'altro da sè' mi è sempre risultata particolarmente ostica. Ci sono cose che effettivamente bisogna analizzare gelidamente, e ho sempre creduto nelle dissezioni che le persone più importanti della mia vita han saputo operare su tutte quelle situazioni di cui da sola non riuscivo ad aver ragione, su tutti i no che non riesco a dire e le scelte che faccio sapendo di non riuscire a portarle avanti...

Finchè, in una colazione diversa da tante altre, qualcuno mi fa capire che ci sono eventi talmente intimi da non poter chiedere a nessuno nè consigli nè cornici, che devo restare pensierosa, non chiudere occhio la notte e vedermela da sola.
I mumble mumble ed i ronzii nella testa mi hanno scortata diligentemente lungo la passeggiata fino in Facoltà per poi silenziarsi d'improvviso non appena aperte le porte scorrevoli...


Ieri sera ho detto ad alcuni amici che mi sentivo molto come la rosa del Piccolo Principe, ed uno di loro ha scritto 'Ti senti amata da lontano...', allora ho sorriso. In realtà era perchè la rosa non vuole nè campana nè paravento, ha le sue spine e crede che questo basti contro le tigri. Sono tre anni che lavoro per costruire una Laura invisa nelle situazioni, che non ha paura di mettersi in gioco fino in fondo, che crede nei colpi di testa e che non vuole imparare l'arte del distacco.
Dopo una notte insonne -forse solo la prima di tante- ho preso una posizione netta dentro la mia situazione, quella che sogna l'altra faccia della rosa.


In quello che sto facendo ci credo e ci spero con tutta me stessa, e credo anche che la posizione giusta sia questa, e non sia facile. E se dovesse rivelarsi quella sbagliata, se ne uscirò devastata, se sarò la sola a prenderla e resterò senza paravento nè campana... beh, ho sempre le mie spine.

lunedì, maggio 14, 2007

Solo 3 persone

In questi tre anni in condizione di fuorisede credo di aver messo a frutto tutte le conoscenze di sopravvivenza acquisite in dieci anni di scoutismo, dalla vita comunitaria alla cucina poco meno che trappeur, dall'essenzialità alle continue forcole, dalla fatica alla continua ricerca della strada, dal permanente servizio agli altri a frequenti Deserti. Ma ci sono tre persone nella mia vita grazie alle quali ho imparato a sorridere per davvero, e anche nelle difficoltà, tre persone che sferzano sistematicamente l'emergere del mio lato troppo razionale e troppo poco ventunenne, e sono tre persone in cui ammiro e invidio la capacità di trovare pacifiche oasi di serenità interiore. Tre persone per la cui felicità venderei l'anima senza pensarci due volte.


Nik è un monsone, prorompente e sempre in viaggio. Quando parte o quando torna è sempre un movimento di grosse masse d'aria, acqua e fuoco dentro, a seconda di quello che c'è da fare. Bentornato mi hermano.






Gaia è libeccio. Lei fa passi di vento, non perde tempo se trova la sua meta, altrimenti si acquieta e poi spira con forza estrema quando c'è da farlo. Un vento significativo anche se ancora in bocciolo, un vento foriero di cose fatte bene e col cuore. E non è solo DNA in comune.






E Virginia... è la brezza, a cui non si può mettere un lucchetto. Sempre nei pressi, sempre presente, in alcuni momenti accarezza, in altri asciuga lacrime, in altri fa arrivare lontano le risate, altre volte bacchetta e scompiglia tutto. Molto più che un legame di sangue.

Volevo ringraziarvi oggi, per come ogni giorno mi 'salvate' da me stessa...



giovedì, maggio 03, 2007

Se non ti fa paura

A malapena tre post fa mi sono trovata a fare mente locale sulla mia inadeguatezza nell'infilare il camice per le poche ore di reparto che ci propinano attualmente. A volte il destino ha parecchia fantasia sul come rincarare le dosi.

Ci insegnano a concatenare gli eventi, comprendere i meccanismi, seguire un filo logico. Ci spiegano il perchè di un sacco di cose, ci dicono di cercare i perchè delle cose che non ci spiegano. Non uno, non uno dei medici/professori che si sono avvicendati in questi tre anni ha mai chiesto se avevamo timore nell'entrare dentro quel pezzo di stoffa bianca, se ce la sentivamo addosso come fosse più che una maschera di Carnevale. Non ci hanno mai chiesto se abbiamo paura.



Paura di cosa?

Paura di entrare nella stanza di un paziente.

Paura che ti fermino per chiederti una qualsiasi informazione. "Scusi dottore, sa dov'è il bagno?"

Paura di aprire bocca davanti a un paziente (ma sì, ormai il discriminante sono diventati loro, a tirar cazzate davanti a un prof ci siamo rassegnati...) perchè hai paura di vederlo sgranare gli occhi o piangere o guardarti spaventato o osservarti con diffidenza.

Paura di ferire, quel tipo di ferita che nessuno di noi saprà mai creare neanche con il più affilato dei bisturi.



Ci sono due nuove paure che ho aggiunto alla mia lista ultimamente.



La prima si chiama Paura del colpo d'occhio.

E' la paura di non dover chiedere 'Come mai si è ricoverato?' ad un paziente che vedi per la prima volta, paura di non aver bisogno delle spiegazioni di un prof.



La seconda più che una paura è una paurosa sensazione di sottovuoto.

Questo accade quando entri in una stanza e tutti gli occhi voltati verso di te non hanno più pupille, ma punti interrogativi di rimpiazzo.



Se non ti fa paura... spiegami come fai.



Chiunque questa settimana mi ha fatto notare la distrazione cronica, la apaticità, la mancanza di sorrisi e l'illuminarmi a tratti con il cellulare in mano. E' un pò complicato da esternare e non ci provo nemmeno, sono in piena battaglia a mani nude contro le mie scelte e il mio futuro. Quando avrò incastrato anche questo nuovo grosso mattoncino Lego tornerò un pò più lucida e presente.


Un bacio