giovedì, giugno 22, 2006

Pride & Prejudice

Alcune cose succedono e basta.
Ti colpiscono in malo modo, ti segnano e ti mettono sul chi vive. Ti prendono alla sprovvista con una frase come tante, solo detta in modo gentile. Ti fanno abbassare le difese un po’ alla volta.
Ti incoraggiano nei momenti sì, no, ni, in quelli di resa e in quelli di festa, quando sei talmente stanca da rinunciare a parlare ma a sorridere mai. Ti sorprendono mentre torni a casa con un profumo sulla felpa e quello d’erba bagnata intorno.Ti osservano da lontano, per non disturbare mentre studi. Manifestano preoccupazione per il tuo superlavoro con estrema cautela, invitandoti a dormire un po’ di più. Ti lasciano a bocca aperta in alcuni momenti, altre volte ti fanno diventare bordeaux ed altre arrabbiare da matti. E da quando ti sfiorano niente è più come prima.

Per te, che mi hai dimostrato la bellezza dello sbagliarsi . Chi l’avrebbe mai detto…

Vol
Ciao cari, è da un po’ che non vi vedo e volevo stamparvi addosso un virtuale bacino collettivo. La fine delle lezioni, come sempre, diluisce le occasioni di stare tutti insieme (Ce-na! Ce-na! Ce-na!) e mi scoccia starvi poco tra i piedi, però volevo farvi sapere che finalmente in questi lidi lontani è cambiato il vento e che il tono con cui dico che va tutto bene è drasticamente diverso da quello che ho adottato nei mesi passati per cercare di non farvi preoccupare troppo. Stavolta è davvero tutto a posto -per fortuna che hanno inventato la parola ‘tutto’, altrimenti finivo domani di elencare, e quest’elenco contiene cose inaspettate che non avrei mai creduto di potervi includere- e anche se sono stanchissima, se sto studiando come una matta, se fa un caldo della miseria e se avrei voglia di andare a mare (penso come tutti noi, tranne Paolo che se ne va in UK –mamma che invidiaaa!-) sono felice, rilassata ed appagata. E, come sempre, vi voglio bene.

mercoledì, giugno 14, 2006

Resilienza

Ultimamente non sono poche le scoperte inaspettate e quindi tanto più belle in cui sto inciampando, ma questa davvero non mi passava neanche nell’anticamera del cervello: io, quella che rimarrà nella storia per i meschini sei voti ad appello, scoprire che la fisica ha finalmente qualcosa di utile da prestarmi! (Marco, dovresti esser fiero di me!)
Provo a spiegarvela in modo molto arbitrario e personale, questa resilienza: in soldoni, è la proprietà di un oggetto di assorbire gli urti senza venirne insultato, una specie di ritorno elastico allo stato iniziale, come se nulla fosse successo. Non so se in psicologia esista un qualcosa del genere (Nik, se lo ritieni opportuno insultami pure), però quando ho captato il concetto mi sono venute in mente alcune persone che di resiliente hanno davvero parecchio, e che meritano un plauso per il sorriso bene o male sempre disteso sul volto e per l’indole “m’arimbarza!”. Ovviamente questo non vuol dire che non accusino il colpo, ma hanno un tempismo nel recuperare e nel proseguire che mi lascia spesso sbalordita, mentre io rimugino troppo sui piccoli grandi casini che mi investono di tanto in tanto.

Quindi questo post è per chi non sbatte il microscopio o un chilo di saccaropina in testa a persone frustrate ed invece sorride dimostrando vero amore per quello che fa, è per chi si è trovato da un giorno all’altro dall’altra parte dell’acquario affrontando egregiamente il proprio tallone d’Achille come fa sempre con quelli degli altri, è per chi deve fare i conti con millecinquecentonove impegni e guai e nervi a fior di pelle e nonostante ciò ha ancora tempo per le sfide e finalmente tempo per dire ‘Mi fido’, è per chi si accolla trenta volte i pensieri e le responsabilità che sarebbe lecito avere alla sua età e a dispetto di tutto ciò continua a perfezionare la sua tecnica di svuotamento bignè alla crema (‘Pio!’), è per chi deve celare la sua vera identità alle persone a cui più vorrebbe svelarla, è per tutte quelle persone che sono la prova vivente del ‘quello che non t’accoppa ti tempra’.

Un bacio

martedì, giugno 06, 2006

Triage

Oggi sono talmente stanca da non sapere davvero come articolare questo post, vorrei dire millanta cose ma temo che gli stuzzicadenti tra le mie palpebre non reggeranno ancora per molto. Benchè l'apparenza inganni, questa è la 37ma ora di uno stato di grazia che perdura da ieri mattina e penso sia anche la 37ma ora di sonno perduto, considerando che negli ultimi 4 giorni ho dormito forse 12 ore. ..
Nello scorso weekend ho avuto un bel non dire a casa dell'esame incombente, ma considerata la mia facile interpretabilità hanno capito che qualcosa non andava, e si sono mantenuti a debita distanza, senza domandare, pretendere risposte o dare giudizi sul mio operato, come molti si sentono in dovere di fare perchè facenti parte del mio stesso albero genealogico o perchè condividono saltuariamente qualche molecola d'ossigeno della stessa stanza. Talvolta mi fanno sentire molto mela marcia della situazione, ma penso che sia normale trovare tutto più pesante quando si conta su ramoscelli sottili. Nello scorso weekend si sono raccolte intorno a me le meravigliose e solerti attenzioni di tre persone che, ne sono certa, hanno trovato il modo di camuffare le ali. Mi hanno portata al parco giochi ed in riva al lago, mi hanno preparato improponibili quantità di caffè, mi hanno coccolata, sopportata, sgridata, rassicurata, sospinta, ipernutrita, sostenuta, viziata sino all'inverosimile. Altri esserini volanti si sono mantenuti nell'ombra, ma come sempre a tradirli è il calore del bene che mi vogliono. E so che c'erano, come sempre. I miei rami portanti, grazie ai quali non mi è concesso di gettare la spugna.

L'aver finalmente apposto il mio scarabocchio a piè di verbale ieri ha disattivato i meccanismi di veglia e coscienza che resistevano imperterriti da sabato, ma il crollo dell'adrenalina ha intorpidito anche il mio meccanismo di spegnimento. Quindi, con la subunità GalfaS permanentemente attivata, mi sono incautamente messa a disposizione di MiddleBridge. Ed è stato un lungo turno di servizio, particolarmente faticoso ma veramente interessante, che ha messo alla prova la mia resistenza e quelle che una volta erano le mie competenze, ma che ieri sera e stanotte erano ridotte a residuati bellici.

Poco fa sono stata con Nik all'incontro con Gino Strada. Quell'uomo rappresenta da sempre la mia musa professionale, la mia aspirazione per nulla segreta, il carattere, la tenacia ed il carisma che mi piacerebbe possedere ed il modello di vita che sogno, e sentirlo parlare oggi mi ha dato una nuova sferzata di voglia di fare. Ci ha raccontato il nuovo progetto di Emergency, un centro di eccellenza di Cardiochirurgia. Ci ha detto che serve personale (Arrivo!!!!).

Ha parlato di triage, del fatto che è un aut-aut e che scegliere esclude l'alternativa che ci era stata proposta. E mi ha fatto riflettere sul mio triage quotidiano, ed ho notato che tutte le mie scelte sono imbevute di passione e operate in funzione di chi mi sta regalando la sua fiducia, di chi è sempre nei pressi e mi impedisce di desistere. E per me va bene così.

giovedì, giugno 01, 2006

"Ho messo il burqa al cammello!"

L'acido lattico in cui naviga il mio quadricipite e quello che riempie i fogliacci sul tavolo sono imputabili entrambi per le stronzate dette maltrattando il pacchetto di sigarette di Njela, e nel concorso di colpa entrano le mie 5 ore di sonno, le orecchie che fischiano ancora dopo il concerto di Liga di ieri sera e il non poterne davvero più di biochimica.
Considerato che ho giusto il tempo che lei fumi una sigaretta per scrivere, volevo mettervi rapidamente a parte delle verità epifaniche che mi si son rivelate nelle ultime 48 ore.

L'argininsuccinato mi sta proprio antipatico.
Ligabue mi sta proprio antipatico.
Era troppo tempo che non prendevo la pioggia e mi son resa conto che mi era mancata quando ho iniziato a gocciolare anch'io.
Voglio andare a casa.
Mi piacerebbe poter mostrare all'esame quanto diavolo ho studiato. Cioè, poter esporre le cose che veramente faranno parte della mia futura vita di medico, non mere formuline che non dovrò mai leggere sulle cartelle cliniche nè sulla pelle della gente. (In realtà questo è un pò l'ottativo di ogni sacrosanto esame, ma finora non è che abbia avuto riscontro...)
Ho tanto bisogno di dormire.
Devo ricordare sempre che vale la pena di rischiare di conoscere una persona.
Ho tanto bisogno di una gru per il mio morale sottoterra.
Avevo bisogno di ricordarvi quanto vi voglio bene.
Un bacino virtuale