giovedì, aprile 27, 2006

Pulcherrima

Il Wheater qui accanto incombe minaccioso sulla mia nottata, ma ora mi va di scrivere roba patetica. Vuoi il periodino difficile, stancante, studiosissimo, complice il tempo ballerino che imperversa un po’ sì e un po’ no fuori dai vetri che, groan, avevo appena tirato a lucido, ma sorvoliamo, vuoi un sacco di situazioni aggrovigliate di cui sono -fortunatamente solo- spettatrice, vuoi anche un random bastardo che, tra le 3478 tracce all’ultimo aggiornamento operato dal Media Player del mio PackardBell, è andato ad incappare su una canzone di Liga che ritengo essere la più bella in assoluto tra le canzoni d’amore italiane (ex-aequo con ‘La Cura’ di Battiato, obviously). Non è tra le famosissime che saprebbe canticchiare anche nonna, ma esattamente cosa da aspettarsi da una che di Vecchioni conosceva TUTTO tranne ‘Luci a San Siro’. Ah già, il titolo.

Tutte le strade portano a te.

Se la conoscete è facile immaginare perché e cosa ci sia tanto da ripensare, ricordare e rimuginare su questo testo e su queste note. Tra questa e ‘L’amore conta’ si snoda il sentiero della mia inner growth degli ultimi quattro anni circa, un percorsone davvero immane di cui conservo tutti i ricordi, che per fortuna restano sfocati finché non sono io a volerli mettere a fuoco. Un po’ il meccanismo del postpartum, una sorta di autopreservarsi.
Sai perfettamente quanto dolore c’è stato, una grande quantità dai contorni sfumati, ma sai anche che quando tirava vento c’era una nicchia accogliente in cui raggomitolarsi e infischiarsene degli spifferi fuori. E questo post è dedicato proprio ad una persona che c’era nel dolce e nel salmastro e in tutti i momenti amari, tu che forse non leggerai mai queste parole, tu che sei ciò che sei, che non cambierai mai, sappi sempre che, nonostante e forse proprio grazie ai nostri sentieri separati, ci sarà sempre un posto in caldo per te.

Se invece non la conoscete, vi invito tutti ad ascoltarla perché è incantevole –per meglio dire pulcherrima-, e vi auguro di dedicarla e sentirvela dedicare perché vuol dire aver trovato un’orbita nella quale sguazzare beati ed essere per qualcuno l’ombelico del mondo.

PS: Non soffro di nostalgia, non sono malinconica, non è successo nulla. E’ tutta colpa della riproduzione casuale del lettore! State tranquilli per la salute dei miei fusibili cerebrali, sto benissimo. La prova? Vado a studiare microscopica!
Integralmente vostra,
Laura

giovedì, aprile 20, 2006

L'arte di fregarsene

Unoduetrequattrocinqueseisetteottonovedieci e un dì ci sarà giustizia anche per i ‘livelli base’, quelli che non hanno ancora messo piede qui e già adoperano la muscolatura della fonazione. C’è gente che non ha usato il Golden Period in modo adeguato, che si accorgerà di aver innescato un insospettabile congegno di malvagità ad evoluzione repentina, ma siccome è gente che al posto dei due emisferi cerebrali ha una coppia di cunei mal assortiti il mio raziocinio ( e la mia etica deontologica) mi impediscono di tentarvi un nuovo approccio alla pratica dell’esplorazione rettale con l’uso del laringoscopio, e mi esortano a mantenere invece la lucidità mentale atta ad una efficace disputa dialettica che non superi i 50 decibel. Non sono una tipa manesca, non sono la prima stupida caduta dal cielo –Glice, ti rubo la battuta perché rende bene l’idea! :) - questa gente non lo sa, perché in sei mesi di servizio l’unico rapporto intercorso è la comune dipendenza dall’O2 presente nella stessa stanza, pertanto sentirmi recriminare legittimità d’azione non mi dispiace, mi insulta, ed insulta anche le persone che mi hanno insegnato, che in me hanno creduto e che mi danno fiducia perché si sono resi conto che agisco a ragion veduta. Tutto c’è tranne che cuor leggero in ciò che faccio, perché in un modo o nell’altro la mia intera esistenza ruota attorno a persone, non a meri esseri umani. E questa gente, che non afferra la differenza tra esser il miglior Sanbernardo del mondo e saper insegnare il soccorso, bisognerebbe faccia mente locale: mettiamo il caso di una caduta dallo scooter, coscienza-atti respiratori-polso-saturazione-collare-spinale-cunei-nastro-ragno-Ctoverde. Il Protocollo si è fatto carne, ma avrebbe chiesto a Marco dov’è che stava andando?
C'è a chi frega e c'è chi se ne frega.
Ragioniamoci su.

E un auto in bocca al lupo per stasera che c'è l'esame di livello avanzato!

venerdì, aprile 14, 2006

L'allegro girotondo di Theobroma Cacao & Treponema pallidum

MesDames et Messieurs,
siete certi d'esser pronti per un nuovo vorticoso accapigliarsi di parole che si inseguono in libertà mentre il vento che tira fuori sferza loro lo svettare della "l"?! Oggi ne ho davvero le tasche piene di nervi nervetti e nervicelli che sguazzano indisturbati nel mio liquor, nonchè ne ho abbastanza della nomenclatura misogina del SNP: come sarebbe a dire, NERVO SPERMATICO ESTERNO?! Chi era tanto impegnato a sfilare filuzzi bianchi da ogni pertugio dei cadaveri ha tralasciato una lieve differenza anatomica, ma ora è giunto il momento di rivendicare un corrispettivo anche per noi! Donne, uniamoci e battiamoci contro gli anatomici che ci declassano e contro i microbiologi dalla tosse rasposa che ci volgarizzano anche le patologie!
Probabilmente sono ancora i postumi dell'esperienza Hemingway di due sere fa, che ha visto cinque fameliche all'incircaventenni sbafarsi -perchè usare qualsiasi altro termine sarebbe solo un gentile eufemismo- piattate di crepes e pinte di frullati infarciti di cacao, cacao più che puoi, 55% di cacao su torta di solo cacao fondente con glassa di cacao cacao meravigliao che meraviglia quanto cacao navi naviganti in tazze di cioccolata e cinque rampanti fanciulle gaudenti alla conquista delle più alte vette del coma diabetico innevate di cacao e panna senza zucchero. Nauseate da cotanta profusione di dolcezza, un vago ricordo della soglia renale per la clearance del glucosio, le nostre cinque intrepide figliole hanno ripreso il regale destriero e si sono imbarcate in una nuova, gloriosa impresa. Putroppo la conquista di una pizzeria ai due tocchi di campana della notte si rivelò ardua e logorante, e le cinque avventuriere più belle e replete del Granducato -o che ci sarà a fare la nascita di Venere agli Uffizi, secondo voi? Secondo me le era venuta malino la permanente, e per consolarsi si sarà sbafata 300gr di schiacciata con la Nutella. Ciao Magre!!- si sono autoincoronate Cavaliere della Splittosa e sono rotolate orgogliose verso le loro dimore.
Addì, una di loro ha soppesato a lungo l'idea di continuare a studiare e reputandola irriguardosa verso il proprio giro del cingolo ha disceso con leggiadria le due rampe di scale dall'aula b sino al piano terra... ed eccomi qui!!!!
Domani ho promesso di osservare un rigoroso digiuno pre-pasquale e pro-girovita, poichè so che la mamma di Lucia si è già munita di imbuto per il pranzo di domenica. E farei bene a studiare fino a che le mie capacità intellettive riescono a reggere a questo insalubre yo-yo alimentare, sicchè arrancarerò con sollecitudine sino al piano di sopra.
Happy Easter!!!!

domenica, aprile 09, 2006

Una rosa in un pugno e qualche tulipano nell'altro

La luce del sole riverbera sulla neve e rischiara ulteriormente il cielo abbagliante, terso, mentre passeggio con papà su viali deserti, ed il venticello bizzoso disturba un po’ i miei capelli ed i petali rosa che vorticano nell’aria staccandosi dagli alberi fioriti che costeggiano il marciapiede. Torniamo tranquillamente verso casa dopo essere stati a votare – papà mi aveva proposto di andare al seggio con un ramoscello d’ulivo in mano. “Ma scusa, è la domenica delle Palme, da bravi cristiani!” Come se fosse credibile!! Gli ho risposto che invece del ramoscello avrei portato una rosa :) -
Ora è di là che armeggia in cucina per prepararmi due-tre chili di caponata da mangiare a pranzo, giuro che come la fa lui non l’ho mai assaggiata da nessuna parte, e quindi quando torno si diletta nel vedermi divorare anche il manico della padella (mi chiedo cosa ci sia di così bello nel vedere una figlia che si mantiene fornita di maniglie dell’amore… Vi, mi rispondi tu?! E’ una delle tante cose che avete in comune!! Avendo lui come termine di paragone, direi che i tuoi futuri pargoli saranno fortunati, felici ed in carne!).
Mia sorella si è alzata ora e sta caracollando verso la cucina mugugnando qualcosa tipo Papihofame, ieri sera siamo state a vedere Tristano e Isotta, e tornata a casa non sapevo se essere esaltata o depressa. Esaltata, perché il genere di ragazzi con cui avere un figlio vorrebbe dire creare un Adone, tanto belli da non poter prendere nemmeno in considerazione l’idea di un crossing over sfavorevole per la prole anche se la madre fosse davvero un cesso, e depressa perché un ragazzo del genere non prenderebbe nemmeno in considerazione l’idea di stare un con cesso, indi per cui la depressione ha prevalso e mi sono immersa nella lettura dei due libri di Marc Levy, “Se solo fosse vero” e “Se solo potessi rivederti”, che mi hanno messo sul chi vive. Una storia d’amore atipica, surreale, rocambolesca, sognante, ma non è solo questo: lei è una tirocinante di neurochirurgia che vive solo per il suo lavoro in Pronto Soccorso e che su questo basa la sua vita. Ed è davvero felice!
Voglio dire, davvero qualcuno ha capito cosa si prova a vivere per un –futuro- lavoro?! In quelle pagine ho ritrovato tutto il senso che io vedo stampato tra le righe di ogni libro di testo! E il fatto che qualcuno abbia provato ad interpretare il modo di pensare di una ragazza giovane e dedita solo al camice e che l’abbia trovato non dico giusto, non dico comprensibile, ma quantomeno non folle mi conforta. I libri sono davvero belli, dovreste leggerli. In tre ore ho finito entrambi. (Vi prego, non ricordatemi che in quelle tre ore avrei fatto un altro paio di vie perché lo so già da me… )
Nel pomeriggio intraprendo il viaggio di ritorno, ma prima devo andare a trovare un’altra volta sia un amico ed Enzo. Sapeste come sta crescendo… è diventato una scimmietta acuta, ha quasi tre anni ed è un tifoso della Disney: Cippe e Coppe, Capita Nuncino, Uendi, Ssspugna, Nemo e Dori, Piteppan, le Pescedonne –non abbiamo ben capito perché non le chiami sirenette, ma insomma…- ed è uno spasso stare a sentire le sue ingegnose teorie su gabbiano dal sedere depilato da Spugna che ‘bucia forte pecchè nel profumo c’è il dopobabba e come gli bucia a papà bucia anche al gabbiano”. Che gioia vederlo sorridere e che magone non vederlo crescere!
Ora scappo, ho un appuntamento importante e vado a scandagliare i fiorai della città per cercare dei tulipani, gli unici tulipani che non avrei mai voluto regalare.
Bis Morgen!

mercoledì, aprile 05, 2006

Pirogeno Esogeno

Oggi avevo voglia di un post leggero, di quelli da scrivere sorridendo senza pensare a niente, libera per un pò da rapporti superoanterolateromediali e da decorsi astrusi che popolano le mie giornate ed i miei incubi notturni. E Tulipanoperlato torna a battere sui tasti un pò più stanca del solito ed a popolare le vite di voi bloggers con i soliti resoconti folleggianti -ditelo che vi sono mancata!!!-

La routine prosegue as usually, studiare studiare studiare -tra un pò WWF ed Amnesty ci denunciano in sintonia per tortura di criceti cerebrali- e la solita mancanza di sano cazzeggio ci rende tutti un pò stralunati...

C'è un che di ingrato in questa vita tanto bella, un moto di indignazione nel pensare ai criminali che governano, a quelli che spero muoiano urlando non appena metteranno piede in un carcere, ai bambini di 2 e 22 anni che le Parche carogne han preso di mira. C'è una sorta di sconforto, di scoramento nel pensare a quello che si tesse giorno per giorno, all'amore di ogni singola fibra di ordito, alla cura di ogni punto e a come tutto possa essere repentinamente, impietosamente sfregiato. E mi chiedo se sopravvivere per combattere sia il modo migliore per rispondere a tutto questo amaro che resta in bocca.

Tra una mezz'oretta emergeremo dalla biblioteca con le tempie roventi soffusamente fumanti nella luce gentile del tramonto, chiaccherando di Ade, fotocopie, flirt latenti e lezioni deprimenti (vedi domani prime due ore di microbiologia) con l'incrollabile fede di poter fare tutte le mille cose ancora in programma per la serata -Che domande, certo che lo sappiamo che 999 e mezza ce le porteremo con noi tra le braccia di Morfeo!- e con quell'appendice che è la nostra prerogativa ed il nostro pirogeno esogeno, un sorriso che decussa da un trago all'altro.

Un bacino