La percorro senza sapere come faccio ancora a ridere, con quali forze reggo questi ritmi, chiedendomi come poter usare gli spazi articolari per stiparci dentro nozioni - perché le suture craniche sono già diastatiche. La percorro con chi ha condiviso tutto dall'inizio, ringraziando Dio per non essere sola.
sabato, maggio 28, 2011
A un passo dal sogno
Questa distanza si percorre con la forza della fiducia che gli altri ripongono in te, la si percorre per non deludere chi spera e progetta con noi. La percorro pensando ai sorrisi sui volti a cui tengo, la percorro pensando ai miei primi professori, questi pazienti pazientissimi con una gran voglia di insegnarci nonostante le loro beghe.
giovedì, maggio 19, 2011
Protego fuori servizio
Mi hai spiegato tu perché mia mamma ha smesso di studiare medicina. Me l'hanno spiegato gli occhi di tuo padre, quelli della caposala che ripiegava rabbiosamente il lenzuolo, lo diceva il silenzio di ieri sera.
Ho capito che non bisogna mai essere troppo stanchi perché se ci sono da affrontare giornate come queste la stanchezza offre delle crepe di cui le emozioni approfittano, e non va bene. Non possiamo confrontare la nostra pena con quella ingestibile, inesprimibile, di chi aspetta fuori.
Forse un giorno mi spiegheranno se esiste qualcosa di simile all'incantesimo-scudo di Harry Potter, come evocarlo, come impararlo. Fino ad allora mi limiterò a fissare le macchine nel parcheggio che attendono le sole cose positive di queste giornate: la felicità viene chiusa con cura al fresco e portata via con un miscuglio di incredulità, di gratitudine, di speranza. Fuori il sole è impietoso.
Vado via anche io, vado via ad occhi bassi per rispetto di quei gusci vuoti dagli occhi rossi e dal cuore immenso posati contro le pareti verdi.
E se avessi una bacchetta magica la cederei a loro.
Ho capito che non bisogna mai essere troppo stanchi perché se ci sono da affrontare giornate come queste la stanchezza offre delle crepe di cui le emozioni approfittano, e non va bene. Non possiamo confrontare la nostra pena con quella ingestibile, inesprimibile, di chi aspetta fuori.
Forse un giorno mi spiegheranno se esiste qualcosa di simile all'incantesimo-scudo di Harry Potter, come evocarlo, come impararlo. Fino ad allora mi limiterò a fissare le macchine nel parcheggio che attendono le sole cose positive di queste giornate: la felicità viene chiusa con cura al fresco e portata via con un miscuglio di incredulità, di gratitudine, di speranza. Fuori il sole è impietoso.
Vado via anche io, vado via ad occhi bassi per rispetto di quei gusci vuoti dagli occhi rossi e dal cuore immenso posati contro le pareti verdi.
E se avessi una bacchetta magica la cederei a loro.
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