Tra una sessione di amenorree e una di ipercalcemie, dopo aver visto che avevo effettivamente sottolineato qualcosa, mia sorella mi ha portato il lettore DVX con all'interno le ultime due puntate di Grey's Anatomy in lingua originale.
Niente da fare: 5 serie -e quattro anni di medicina- dopo, non una volta ho trovato un episodio sterile. Voglio dire, vedo concetti di senso compiuto anche nelle canzoni di Zucchero, quindi potrei non essere la più referenziata delle giurie, ma giuro che ho provato a mettere tutto il mio cinismo nel giudicare male questi più di 100 episodi pieni di pathos all'americana e situazioni inverosimili... per fallire miseramente.
Da quando tre o quattro casi mi sono capitati -identici, in tutta la loro esageratezza- in reparto, oppure alcune frasi somigliano in modo allarmante ad alcuni miei pensieri e soprattutto da quando ho iniziato a vestire lo smezzato azzurrino in cardiochirurgia ho persino smesso di guardare i dvd.
Rompere la regola stasera mi ha fatto bene. C'era tutto in quelle due puntate, in un'oretta e qualcosa lontana da dove sono ora, dai cani che abbaiano troppo, dalla lavatrice che va (ma siamo sicuri che sia la lavatrice?), da amenorree e ipercalcemie: fondamentalmente credo ci fosse ogni tipo di scelte, nel caleidoscopio di sentimenti possibili. E mi ha aiutato, questa cosa, dopo giorni di sola preoccupazione-nostalgia-ansia: c'è altro là fuori. Ci sarà altro nella mia vita dentro un camice oltre a un'ipercalcemia o a un'amenorrea su una cartella clinica, ci sarà altro al di fuori del mio camice, delle mura dell'ospedale dove lavorerò. E sta a me costruirlo, e sta a me poggiare pietre, le mie pietre, le uniche che posso controllare... al solito, fino a un certo punto.
Domani comprerò il mio fonendo pediatrico. Volevo farlo a Toulouse con Alessandra, o magari accompagnata da Andrea. Volevo farlo a Firenze, magari mentre Matteo mi dice che un chirurgo con il fonendo in tasca non si è mai visto. E invece lo faccio qui ad Avezzano, dove non potrò scegliere il colore, ma avrò lo sguardo di mio padre che sarà valso ogni battaglia.
Per tornare a Grey's Anatomy, hanno toppato solo sulla frase finale della serie. Troppo smielata, troppo poco me, troppo e basta. Maledettamente troppo vera.
Quindi la appiccico in fondo, ed è ora o mai più, ed è la vita che mi sono scelta e che mi sceglierò ogni giorno 'da grande', fuori e dentro l'ospedale. Correndo il rischio di sbattere contro muri, di spaventare qualcuno non pronto per una verità, di spaventare me stessa per il passo più grande che le mie gambe possono fare.
Durante una lezione di letteratura inglese, la prof rimarcò che tutto il casino tra Romeo e Giulietta era successo per una questione di timing. Di secondi.
Questa storia della tempistica la tengo a mente da allora, e ci ho fondato la mia vita sopra. Che sia un 'quando' pieno.
Quindi...
"Did you say it? I love you. I don't ever want to live without you. You changed my life. Did you say it? Make a plan. Set a goal. Work toward it. But every now and then, look around. Drink it in. 'Cause this is it. It may all be gone tomorrow."
domenica, luglio 12, 2009
sabato, luglio 04, 2009
Prova del nove
Questo periodo odio sognare, odio quell'ultimo istante di veglia consapevole, di coscienza che precede lo stand-by... "merde, ci risiamo."
Nelle scorse notti si sono avvicendati orsi con in bocca i fogli delle votazioni degli esami francesi, fogli semoventi con sopra i voti degli esami francesi- ma non si sa se espressi in decimi, ventesimi o trentesimi, case che tremano (in orari differenti da quelli delle scosse reali), il mio biglietto d'aereo che brucia, mail orribili.
E stanotte è arrivato qualcosa di simile a una presentazione PowerPoint con i sottotitoli, fatta di immagini tutte reali, di momenti vissuti, di sguardi, frasi sentite nell'arco di molti mesi. L'ultima di non più di un mese fa, e l'avevo annegata in una buona birra.
Le mie paure, le mie ansie devono aver fatto da colla e da filo conduttore: quella presentazione .ppt l'avrei potuta creare anche da sveglia, se solo avessi voluto.
La matematica non è mai stata tra i miei talenti, così ho cambiato genere di operazioni. E ora, dopo questa incalcolabile voglia di elevarsi al quadrato, c'è da guardare i risultati.
Nel mezzo della prova del nove, non mi tiro indietro. Voglio vedere se torna.
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