Questi giorni sembrano ciascuno la fotocopia del successivo. Sveglia presto e sigle, volumi, flussi, metastasi, tac ad alta risoluzione. Giusto per ricordarmi la meraviglia e la magia di ogni nuovo giorno, ogni alba riserva sorprese inattese.
Lunedì mi sono svegliata con il caffè del mio babbo, e le nostre stiliste preferite hanno aperto il negozio apposta per me e Gaia. E Firenze, la mia bellissima Firenze, mi ha riaccolta tiepida al tramonto.
Ieri mi sono svegliata nel panico, e non solo per il ritardo mostruoso. Fino a un secondo prima di aprire gli occhi ero in un altro letto, e stavo giocando con mia figlia. Una bimba di pochi mesi, con una tutina fucsia, i capelli lisci scuri scuri, tagliati quasi a caschetto. Quei lineamenti, così nitidi, così vividi anche oggi. Quel profumo, che riconoscerei ovunque. E' stata una esperienza sconvolgente. E poi un messaggio di Ale. E poi uno di Franci.
Oggi mi sono rassegnata a dimenticarmi del sacro rito delle otto ore di sonno fino al giorno dell'esame, ho infilato il camice in borsa e Tommy mi aspettava sotto casa per andare in reparto. E non avevo mai passato il tea time con un caffè in stazione.
Nove e tre quarti, segnava stamani la siringa dei minuti del mio orologio rosso, quando pensavo che il mondo può davvero essere meraviglioso, e davvero tu puoi pensare di sapere quanto.... almeno fino al momento in cui vedi una carena tracheale con i tuoi occhi. Anche se quella carotide pulsante sotto le mie dita ancora non ha pari.
Ma nove e tre quarti può anche essere un binario, può essere l'inizio corsa del treno che ciascuno di noi sogna. E oggi pensavo che il mondo è davvero stupendo, specie se è uno di quei giorni in cui ti senti al binario giusto, e con il coraggio di attraversare quel muro. Perchè oltre, chissà cosa c'è.
mercoledì, maggio 28, 2008
domenica, maggio 25, 2008
Make a wish
Mi auguro che mi vengano le parole.
Mi auguro che tutte le persone che amo sappiano cosa vuol dire la parola 'sorella' così come lo so io.
Mi auguro che la tua prima firma che conta sia in calce a qualcosa di giusto.
Mi auguro che tutti i tuoi sogni possano non realizzarsi come per magia, perchè la magia vera sta nel volto paonazzo per la fatica, nell'asciugarsi il sudore dalla fronte.
Spero tu viva giorni belli come incantesimi, belli come una mattina di Natale.
Mi auguro che il sole di alcuni giorni sia accecante come le fiammelle delle candeline che spegnerai oggi (le candeline aumentano negli anni per aumentare la luce) e che il buio di altri giorni sia un'occasione di riposo.
Sogno per te una vita piena di strade, piena di scelte difficili e non, piena di gente che sorride e condivide l'ultimo sorso d'acqua.
Mi auguro dei colpi di fortuna, dei colpi di testa, che tu sappia farti colpire al cuore.
Happy 18th, my dear.
Mi auguro che tutte le persone che amo sappiano cosa vuol dire la parola 'sorella' così come lo so io.
Mi auguro che la tua prima firma che conta sia in calce a qualcosa di giusto.
Mi auguro che tutti i tuoi sogni possano non realizzarsi come per magia, perchè la magia vera sta nel volto paonazzo per la fatica, nell'asciugarsi il sudore dalla fronte.
Spero tu viva giorni belli come incantesimi, belli come una mattina di Natale.
Mi auguro che il sole di alcuni giorni sia accecante come le fiammelle delle candeline che spegnerai oggi (le candeline aumentano negli anni per aumentare la luce) e che il buio di altri giorni sia un'occasione di riposo.
Sogno per te una vita piena di strade, piena di scelte difficili e non, piena di gente che sorride e condivide l'ultimo sorso d'acqua.
Mi auguro dei colpi di fortuna, dei colpi di testa, che tu sappia farti colpire al cuore.
Happy 18th, my dear.
sabato, maggio 17, 2008
Dico sì
In questo periodo mi sento esattamente come prima della maturità: non tanto preoccupata per l'esame in sè (anche se, via, Spec3 e Farmaco avrebbero tutte le carte in regola per farmi tremare le ginocchia) quanto per ciò che verrà dopo. Sono esattamente nello stesso limbo di attesa di quattro anni fa. 8 giorni in Croazia a parlare inglese prima di 9 mesi in Francia a biascicare francese. Detta così, potrebbe bastare per farmi venire una crisi vasovagale.
Potrebbe, perchè chissà come sono rimasta la stessa entusiasta-beata incosciente liceale, che lascia di nuovo il nido con il sorriso, se non proprio lo stesso di allora, ancora incollato al volto.
Mi chiedo come sia possibile che, anche stavolta, io non abbia paura.
Forse non ci siamo capiti, mi verrebbe da dire a un sacco di persone, su questa storia della paura. Aver paura è intelligente ed onesto. Onestamente mi chiedo cosa ci sia da invidiare a qualcuno che non è impaurito di fronte a un radicale stravolgimento della propria vita, come sarà l'Erasmus. Quale passaggio ho perso della crescita che ci porta ad essere adulti?
Mi sono domandata più e più volte se compilare compulsivamente quei moduli non fosse la spia di una ferma, solida volontà di fuga da qualcosa.
Alla fine, mi sono risposta di no. No, perchè altrimenti non è in Francia che sarei andata. No, perchè non ho più nulla da cui fuggire -eccezion fatta per le follie burocratiche del sistema universitario italiano. In realtà, la mancanza di paura non vuol dire che non mi tremino le ginocchia. Solo, so che tremano per la fatica muscolare di ciò che mi aspetta.
Una mail e una chiaccherata importanti avrebbero potuto riportare alla impietosa luce del sole i tanti dubbi sepolti con cura, e la prima a sorprendersi del fatto che ciò non sia successo sono proprio io.
Ho smesso di scrivere per farmi il caffè, e ho messo un attimo su MTV. Stavo già rovistando ovunque per cercare il telecomando e spengere appena è iniziata la pubblicità, ma chissà dove diavolo era. E così, dopo una carrellata di idiozie, è arrivata la sorpresa. Ad onor di cronaca dovrei dire che tra me e la Nike è sempre stata guerra aperta dalla storia dei palloni cuciti dai bambini, e non ho mai indossato un loro capo, ma qualcuno ha scritto per loro qualcosa di davvero efficace. Ho fatto finta di non vedere quella virgolina, e ho solo ascoltato, rapita dalle coincidenze che, a volte, parlano proprio a noi.
dico sì...
dico SI a sfruttare i doni di madre natura
dico SI alle decisioni da cui non si torna indietro
dico SI alla danza della vittoria
dico SI a lasciare tutti senza fiato
dico SI a poter essere quello che mi pare e piace
dico SI alle ginocchia tremanti e ai loro clamorosi trionfi.
Potrebbe, perchè chissà come sono rimasta la stessa entusiasta-beata incosciente liceale, che lascia di nuovo il nido con il sorriso, se non proprio lo stesso di allora, ancora incollato al volto.
Mi chiedo come sia possibile che, anche stavolta, io non abbia paura.
Forse non ci siamo capiti, mi verrebbe da dire a un sacco di persone, su questa storia della paura. Aver paura è intelligente ed onesto. Onestamente mi chiedo cosa ci sia da invidiare a qualcuno che non è impaurito di fronte a un radicale stravolgimento della propria vita, come sarà l'Erasmus. Quale passaggio ho perso della crescita che ci porta ad essere adulti?
Mi sono domandata più e più volte se compilare compulsivamente quei moduli non fosse la spia di una ferma, solida volontà di fuga da qualcosa.
Alla fine, mi sono risposta di no. No, perchè altrimenti non è in Francia che sarei andata. No, perchè non ho più nulla da cui fuggire -eccezion fatta per le follie burocratiche del sistema universitario italiano. In realtà, la mancanza di paura non vuol dire che non mi tremino le ginocchia. Solo, so che tremano per la fatica muscolare di ciò che mi aspetta.
Una mail e una chiaccherata importanti avrebbero potuto riportare alla impietosa luce del sole i tanti dubbi sepolti con cura, e la prima a sorprendersi del fatto che ciò non sia successo sono proprio io.
Ho smesso di scrivere per farmi il caffè, e ho messo un attimo su MTV. Stavo già rovistando ovunque per cercare il telecomando e spengere appena è iniziata la pubblicità, ma chissà dove diavolo era. E così, dopo una carrellata di idiozie, è arrivata la sorpresa. Ad onor di cronaca dovrei dire che tra me e la Nike è sempre stata guerra aperta dalla storia dei palloni cuciti dai bambini, e non ho mai indossato un loro capo, ma qualcuno ha scritto per loro qualcosa di davvero efficace. Ho fatto finta di non vedere quella virgolina, e ho solo ascoltato, rapita dalle coincidenze che, a volte, parlano proprio a noi.
dico sì...
dico SI a sfruttare i doni di madre natura
dico SI alle decisioni da cui non si torna indietro
dico SI alla danza della vittoria
dico SI a lasciare tutti senza fiato
dico SI a poter essere quello che mi pare e piace
dico SI alle ginocchia tremanti e ai loro clamorosi trionfi.
sabato, maggio 10, 2008
Specialità tre
Ma che razza di titolo è?
Specialità tre, qui a Firenze, è un esame niente male. Un po' internistico, un po' chirugico, un cocktail piacevole ma ad alta gradazione. Non un post, questo, ma un post-it, per me stessa: uno tra gli ingredienti di questo esame è nella lista delle mie opzioni sotto la voce "Cosa farai da grande?", in buona, esigua compagnia.
Da oggi parte il rush di studio potente, quello che ti fa alzare la mattina alle sei, non lasciare punto caffè nella macchinetta e diradare reparti e serate con gli amici (con le ovvie eccezioni DEA Careggi e Meyer, ed il mercoledì del poker). Quello che mi ha fatto scrivere questo post però non è la vecchia ansia del 'me lo scrivo qui così siete tutti testimoni e devo farlo'. Naaa.
Oggi scrivo per alcune persone, quelle che mi fanno riflettere tanto. Loro sanno il perchè di ogni mia sottolineatura senza dover arrivare alla fine di questo post.
Virginia, che non mi appende gli striscioni di tifo in biomedica solo perchè ha pietà della mia poca riservatezza residua. Occhi con le spirali verdi.
Gaia che mi ha ritrovato i sandali e a cui vorrei congelare un sorriso addosso e non ne sono capace, non oggi, non domani. Occhi color miele di castagno.
Gabriella -ma chi è questa?- bella domanda, mi piacerebbe rispondere, ma l'unica risposta giusta che ho è una sola parola che non ricordo più come si pronuncia. Occhi chiari, sul blu.
Luciano, standing ovation for Mr.President, quel testone cocciuto, quasi quanto me. Occhi diversi, uno mio, uno di Gaia.
Bea che esplode di vita e non lo sa, e non sa la saudade che avrò di lei da settembre. Occhi cangianti tra verde e miele.
Nik che si gode il nono Arrondissement e tutti gli altri per qualche giorno. Occhi acqua.
Andrea che è sul filo del rasoio, che è bello vedere anche solo per 5 minuti. Occhi nocciola.
Marco che si gode Vikram e Clara nel suo interspazio romano (nebuloso per spero solo pochi altri giorni). Occhi profondi, uno nuovo, uno non ancora.
Franci che affronta tutto pedalando, anche se è salita, tanto poi il sorriso risalta di più sul viso paonazzo. Occhi verde-marrone.
Ale e Albi che sono lontani ma mai distanti, un nodo che ci lega dentro. Occhi cioccolato uno, cielo l'altro. Occhi indispensabili.
Annie, il mio costato natale, che 'lascia che piova pure, prendiamo il sole che c'è', come dice Liga. Occhi quasi neri.
E il mio Mr.X, mio mica tanto, ma va bene quel che c'è, tutto ciò che c'è c'è già. Occhi scuri, che sorridono.
Poi ci sono gli altri nomi e gli altri occhi, quelli che non saprò mai di che colore sono davvero finchè non andrò ad incontrarli. Tra le tante ragioni che uno potrebbe avere per fare medicina, io, in fondo, ho solo i loro occhi.
Specialità tre, qui a Firenze, è un esame niente male. Un po' internistico, un po' chirugico, un cocktail piacevole ma ad alta gradazione. Non un post, questo, ma un post-it, per me stessa: uno tra gli ingredienti di questo esame è nella lista delle mie opzioni sotto la voce "Cosa farai da grande?", in buona, esigua compagnia.
Da oggi parte il rush di studio potente, quello che ti fa alzare la mattina alle sei, non lasciare punto caffè nella macchinetta e diradare reparti e serate con gli amici (con le ovvie eccezioni DEA Careggi e Meyer, ed il mercoledì del poker). Quello che mi ha fatto scrivere questo post però non è la vecchia ansia del 'me lo scrivo qui così siete tutti testimoni e devo farlo'. Naaa.
Oggi scrivo per alcune persone, quelle che mi fanno riflettere tanto. Loro sanno il perchè di ogni mia sottolineatura senza dover arrivare alla fine di questo post.
Virginia, che non mi appende gli striscioni di tifo in biomedica solo perchè ha pietà della mia poca riservatezza residua. Occhi con le spirali verdi.
Gaia che mi ha ritrovato i sandali e a cui vorrei congelare un sorriso addosso e non ne sono capace, non oggi, non domani. Occhi color miele di castagno.
Gabriella -ma chi è questa?- bella domanda, mi piacerebbe rispondere, ma l'unica risposta giusta che ho è una sola parola che non ricordo più come si pronuncia. Occhi chiari, sul blu.
Luciano, standing ovation for Mr.President, quel testone cocciuto, quasi quanto me. Occhi diversi, uno mio, uno di Gaia.
Bea che esplode di vita e non lo sa, e non sa la saudade che avrò di lei da settembre. Occhi cangianti tra verde e miele.
Nik che si gode il nono Arrondissement e tutti gli altri per qualche giorno. Occhi acqua.
Andrea che è sul filo del rasoio, che è bello vedere anche solo per 5 minuti. Occhi nocciola.
Marco che si gode Vikram e Clara nel suo interspazio romano (nebuloso per spero solo pochi altri giorni). Occhi profondi, uno nuovo, uno non ancora.
Franci che affronta tutto pedalando, anche se è salita, tanto poi il sorriso risalta di più sul viso paonazzo. Occhi verde-marrone.
Ale e Albi che sono lontani ma mai distanti, un nodo che ci lega dentro. Occhi cioccolato uno, cielo l'altro. Occhi indispensabili.
Annie, il mio costato natale, che 'lascia che piova pure, prendiamo il sole che c'è', come dice Liga. Occhi quasi neri.
E il mio Mr.X, mio mica tanto, ma va bene quel che c'è, tutto ciò che c'è c'è già. Occhi scuri, che sorridono.
Poi ci sono gli altri nomi e gli altri occhi, quelli che non saprò mai di che colore sono davvero finchè non andrò ad incontrarli. Tra le tante ragioni che uno potrebbe avere per fare medicina, io, in fondo, ho solo i loro occhi.
lunedì, maggio 05, 2008
As long as I can tear down all this
L'unica cosa che mi ha trattenuta dal bruciare l'agenda di questa settimana è che finisce con domenica. Nei momenti come oggi pomeriggio, quando nemmeno 40 grammi di liquirizia pura sono abbastanza risolutivi per l'umore (o decisivi e devastanti per la pressione), quando avanzo di dieci pagine in un'ora nel libro di cardiologia, quando mi viene proposta una cena per brindare alla vittoria della destra, quando fuori piove e non posso andare a correre, quando il random inciampa in una canzone che mi piacerebbe pattinare( e mi rendo conto che sto facendo consapevolmente per la seconda volta lo stesso errore, trasferendomi di nuovo in una città che non ha un palaghiaccio)... davvero abbatterei un muro a capocciate. Datemi una pista da ghiaccio liscia, l'unica cosa che ancora mi manca della mia vecchia vita. Inventatemi tre mesi in un buco nero, sottozero, l'oblio benedetto con cui la mancanza di attrito copre e ridimensiona i problemi. Ma non si può.
Ma la cosa più simile che ho trovato a quello finora è stato il divincolarsi deciso di un esserino di 24 settimane dal solletico che il mio indice destro guantato gli faceva sotto la pianta di un piede. Con pochi centimetri quadrati della mia mano che ancora ardono tiepidi di vita, quella vera, tenace, dura, con quelli voglio sperare di continuare a salvarmi ogni giorno come oggi.
Ma la cosa più simile che ho trovato a quello finora è stato il divincolarsi deciso di un esserino di 24 settimane dal solletico che il mio indice destro guantato gli faceva sotto la pianta di un piede. Con pochi centimetri quadrati della mia mano che ancora ardono tiepidi di vita, quella vera, tenace, dura, con quelli voglio sperare di continuare a salvarmi ogni giorno come oggi.
domenica, maggio 04, 2008
Eroe - Caparezza
Piacere, Luigi delle Bicocche
Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche
da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper
invece io passo la notte in un Bar Karaoke
se vuoi mi trovi lì tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue
un soggetto perfetto per Brahm Stoker
TU
che ne sai della vita degli Operai
io stringo sulle spese, Goodbye Macellai
non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai
mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai
io sono il pane per gli usurai ma li respingo
non faccio l’Al Pacino non mi faccio di Pachinko
non gratto non vinco non trinco nelle sale Bingo
man mano mi convinco
che io sono un Eroe
perchè lotto tutte le ore
sono un Eroe
perchè combatto per la pensione
sono un Eroe
perchè proteggo i miei cari dalle mani dei Sicari, dei cravattari
sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
e te lo faccio vedere
ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
Stipendio dimezzato o vengo licenziato
a qualunque età io sono già fuori mercato
fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera
bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in Rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera?
SU
vai a vedere nella galera quanti precari sono passati ai mal’affari
quando t’affami ti fai nemici vari
se non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari
finisci nelle mani di strozzini ti cibi di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestini
ne l’Uomo ragno ne Rocky ne Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini
Per far denaro ci sono più modi potrei darmi alle frodi
e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio
lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
io vado avanti e mi si offusca la mente
sto per impazzire come dentro un Call Center
vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette
perchè sono un Eroe.
Se mai il PCI dovesse assurgere di nuovo agli onori della politica, c'è già l'inno pronto. Onore al maestro Capa.
Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche
da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper
invece io passo la notte in un Bar Karaoke
se vuoi mi trovi lì tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue
un soggetto perfetto per Brahm Stoker
TU
che ne sai della vita degli Operai
io stringo sulle spese, Goodbye Macellai
non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai
mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai
io sono il pane per gli usurai ma li respingo
non faccio l’Al Pacino non mi faccio di Pachinko
non gratto non vinco non trinco nelle sale Bingo
man mano mi convinco
che io sono un Eroe
perchè lotto tutte le ore
sono un Eroe
perchè combatto per la pensione
sono un Eroe
perchè proteggo i miei cari dalle mani dei Sicari, dei cravattari
sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
e te lo faccio vedere
ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
Stipendio dimezzato o vengo licenziato
a qualunque età io sono già fuori mercato
fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera
bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in Rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera?
SU
vai a vedere nella galera quanti precari sono passati ai mal’affari
quando t’affami ti fai nemici vari
se non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari
finisci nelle mani di strozzini ti cibi di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestini
ne l’Uomo ragno ne Rocky ne Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini
Per far denaro ci sono più modi potrei darmi alle frodi
e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio
lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
io vado avanti e mi si offusca la mente
sto per impazzire come dentro un Call Center
vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette
perchè sono un Eroe.
Se mai il PCI dovesse assurgere di nuovo agli onori della politica, c'è già l'inno pronto. Onore al maestro Capa.
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