Ieri mi sono definita così, e solo dopo aver finito la frase mi sono resa conto di quanto fosse vera, precisa e completa nel descrivere come sono in questo periodo. Tra pochi giorni ho questo dannato esame, e non ho la minima volontà o voglia di passarci le notti sopra. E' uno sforzo controllato, non mi sveno di fatica, non ci butto l'anima come dovrei. Non riesco a guardare oltre la pila di libri tutte le cose belle che ci sono. E sì che di cose belle ne ho, e so di averle. Ho la sveglia militare alle 6.30 con Valeria e ho la sua famiglia che mi abbraccia, ho un tulipano nero che inizia a germogliare sotto il terriccio (grazie Ale), ho un babbo che mi tiene su di morale raccontandomi dei suoi professori di patologia, ho una sorella che ride con me -e di me- sul mio nuovo taglio di capelli, ho un forsefintomicatanto cognato che mi stressa e che adoro, ho Virginia che è la mia benzina e ho Nik che mi ha risollevato una giornata con American Gangster. Ho Carla che tenta di convincermi che il look alla Fantaghirò è quanto di più chic ci sia in circolazione. Ho Marco alle prese con paper più grandi (ma non più alti) di lui, ma che nonostante tutto c'è sempre. Ho il cielo stellato nel messaggio di Albi di tanto tempo fa. Ho una CoCa che tifa per me e sopporta i miei orari proibitivi. Ho il DEA e Vascolare che sono sempre lì. Ho il mio scrub cap sempre in borsa. Ho una caldaia in panne da un mese, e quindi ho un sistema immunitario alive and kicking e un epitelio ciliato resistente al freddo.
Come dicevo sopra, ho un nuovo taglio di capelli che è costato una fortuna e una crisi vasovagale a me, e alla parrucchiera una valanga di improperi nemmen tanto a bassa voce. La realtà è che, dopo tre giorni passati ad evitare lo specchio, un autobus con i vetri riflettenti si è fermato davvanti a me stamani, e ho visto che questi capelli mi stanno di un bene assurdo. La cosa che però ho realizzato con sorpresa in quel riflesso è l'immagine di me. Ho me stessa, con tutti i miei lati spigolosi (figure of speech...) , le mie spine e i miei muri intorno, ho la mia strenua resistenza che si inabissa di tanto in tanto, ho i miei progetti che voglio realizzare, i compromessi che non so accettare, la fiducia che offro col contagocce, le liste di cose da fare, le cose che faccio per sfida per colpa del mio orgoglio smisurato.
Ieri sera una persona davanti a cui non posso calare barriere mi ha scritto "Dove hai seppellito il tuo cambio a sei marce? Fammi vedere chi sei!".
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Obbedisco.