Il Dea alle 5 di mattino è tra le cose più belle che ricorderò nella mia vita, e non sto a spiegare perchè... perchè sarebbe come spiegare che qui non è quello che si vede a ER.
Ieri mattina sono andata a trovare due dei pochi pilastri portanti della mia vita. Queste fondamenta solide le ho trovate ad aspettarmi con cornetto e caffè, e due sorrisi in cui ci si può solo perdere, tanto intensi che anche il timido sole milanese per un giorno si è fatto spavaldo e ha illuminato da dentro ogni cosa.
Quando ho conosciuto Alessandro e Alberto il concetto di affinità elettive si è palesato nella sua tangibilità: otto ore insieme ripristinano uno stato di grazia emotiva peculiare di noi tre insieme, e ciao torna ad essere solo una parola di stacco tra un sorriso e quello seguente, e se lo stacco dura tre mesi il sorriso a venire sarà solo più luminoso.
Uomini di ventidue anni talmente atipici da stentare a credere in quel che ti dimostrano, guide nel DNA, esplosivi, semplici, disarmanti, intelligenti, oltre che belli? Cercare di incorniciarli in una definizione è una causa persa in partenza, però si può assumere per vero il loro essere tutto tranne che rinunciabili. Per il resto, spaziate con la mente e credetemi, esistono davvero e non hanno fili elettrici che spuntano da dietro le orecchie.
Ma la cosa più bella è guardarli trasfigurarsi in due casi: mentre parlano dei bambini che hanno la fortuna di averli per Vecchi Lupi e mentre parlano di Francesca e Gloria: i lineamenti si addolciscono e lo sguardo si posa dentro, da qualche parte delle immagini nella loro mente. Sono la conferma vivente che se in due si tesse lo stesso disegno, i nodi nella trama si sciolgono e c’è spazio per tanti ghirigori di contorno, ugualmente importanti perché fonte di ricchezza.
Quel kebab intellettuale… aveva davvero il sapore del sambhur cacciato di fresco.
I miei amici veri… Contandoli uno ad uno non son certo parecchi, son come i denti in bocca a certi vecchi ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo e sempre pronti a masticare il mondo. (F.Guccini)