Vacanza è quando la cosa più grave che succede è che il tubetto del doposole è agli sgoccioli.
lunedì, luglio 30, 2007
martedì, luglio 17, 2007
D-Day before
Stamattina a quest'ora sono a studiare nonostante l'orologio segnasse le 02.45 quando mi sono addormentata... ma le mie occhiaie di stamani sono figlie di una serata di quelle si avvinghiano ai circuiti del sistema limbico e restano lì per tutta la vita. Avrei potuto dormire, restare a casa a grufolare nel lettone fino alle quattro del pomeriggio. Avrei, ma non l'ho fatto, perchè domattina a quest'ora sarò fuori dalle cliniche chirurgiche, e le cose più serie a cui dovrò pensare (almeno per i prossimi 45 giorni) saranno le costumazioni per le VdB, la torta da preparare per la riunione di staff di somani sera, come portare lo zaino di Gaia e Gaia fino a casa dalla stazione, come andrà a finire Harry Potter 7 e come mettere a punto il ProgettoAntaniProd.
E come pianificare 45 giorni di vacanza da spalmare per tutta Italia ed oltre. Ma per questo aspetto la fine delle VdB... Ernie, laparoceli, ilei e tireotossicosi. Here I am.
PS. Questo post scriptum è aperto per la categoria dei giornalisti. Avete tra le mani le grandiose potenzialità espressive che la lingua italiana offre. Se per cortesia oltre che ad attingere al pozzo senza fondo dei dizionari leggeste anche accanto alle parole che usate, sapreste quante cazzo di volte fate inviperire noi della categoria del caduceo quando usate il termine 'shock', poichè oltre a scriverlo al 90% delle volte male ne fate un uso totalmente scorretto. Lo 'stato di shock', per cortesia, lasciatelo ai miei futuri colleghi, e ripendetevi 'agitazione' e 'confusione mentale'.
E come pianificare 45 giorni di vacanza da spalmare per tutta Italia ed oltre. Ma per questo aspetto la fine delle VdB... Ernie, laparoceli, ilei e tireotossicosi. Here I am.
PS. Questo post scriptum è aperto per la categoria dei giornalisti. Avete tra le mani le grandiose potenzialità espressive che la lingua italiana offre. Se per cortesia oltre che ad attingere al pozzo senza fondo dei dizionari leggeste anche accanto alle parole che usate, sapreste quante cazzo di volte fate inviperire noi della categoria del caduceo quando usate il termine 'shock', poichè oltre a scriverlo al 90% delle volte male ne fate un uso totalmente scorretto. Lo 'stato di shock', per cortesia, lasciatelo ai miei futuri colleghi, e ripendetevi 'agitazione' e 'confusione mentale'.
giovedì, luglio 12, 2007
Tre barre rosse
Sono tre anni che ripeto a chiunque sia a portata d'orecchie mentre sono in libreria (vedi, Virginia) che mi piacerebbe riprendermi le mie giornate di letture random che erano mia abitudine negli anni del liceo. Lately, Virginia mi sente sempre meno spesso lamentarmi di questa penuria di carta stampata 15x40, anzi, è stata fantastica nell'osservare a braccia aperte il mio ultimo bimestre senza stupirsi di nulla, senza mai sgranare troppo gli occhi, senza mai assentarsi. Ma d'altronde è Vi.
Ho trovato Buskashì in una bancarella di libri alla Festa dell'Unità a Borgo, dopo una cena luculliana a base di tortelli mugellani e rosticciana con un padrone di casa, un vicino di pianerottolo e un'americana naturalizzata tricolore che manca già. Buskashì è stato "l'imprevisto ma non per questo spiacevole" della serata, stessa pasta della roba che con questa accozzaglia vincente di persone non è mai mancata.
E quando suddetta accozzaglia ha visto cos'avevo comprato non si è stupita affatto (ad onor del vero credo fossero complici le Ceres ed un certo lovely mood nell'aria), e non si è stupita di vedermi sedere nel bel mezzo delle mazurke e mettermi a leggere (perchè ballava il liscio a bordopista o chiaccherava con amici del liceo). Ma d'altronde si tratta di Emergency.
Emergency, qualcosa più di una fede. A 14 anni asserivo con fermezza che da grande avrei voluto unirmi a loro. A 22, confermo che da grande combatterò per le stesse cose per cui ancora combattono.
E questi sono i momenti in cui di crescere ho davvero voglia.
Ho trovato Buskashì in una bancarella di libri alla Festa dell'Unità a Borgo, dopo una cena luculliana a base di tortelli mugellani e rosticciana con un padrone di casa, un vicino di pianerottolo e un'americana naturalizzata tricolore che manca già. Buskashì è stato "l'imprevisto ma non per questo spiacevole" della serata, stessa pasta della roba che con questa accozzaglia vincente di persone non è mai mancata.
E quando suddetta accozzaglia ha visto cos'avevo comprato non si è stupita affatto (ad onor del vero credo fossero complici le Ceres ed un certo lovely mood nell'aria), e non si è stupita di vedermi sedere nel bel mezzo delle mazurke e mettermi a leggere (perchè ballava il liscio a bordopista o chiaccherava con amici del liceo). Ma d'altronde si tratta di Emergency.
Emergency, qualcosa più di una fede. A 14 anni asserivo con fermezza che da grande avrei voluto unirmi a loro. A 22, confermo che da grande combatterò per le stesse cose per cui ancora combattono.
E questi sono i momenti in cui di crescere ho davvero voglia.
giovedì, luglio 05, 2007
Preferisco il rumore del mare
Che giornate, che estate strana, piena, balorda. Come sono esausta. Come sono delusa da alcune persone che chiamavo amiche. Come sono fortissimamente felice di e per altre. Come sono profondamente convinta di star facendo le cose giuste.
Perchè quello che conta davvero non è un esame del cazzo che prima o poi passerò, tanto sto studiando tanto e sono davvero in grado di giudicare modalità e tempi per tutto.
Quello che conta davvero è recuperare un rapporto perduto, perchè si cresce.
E' mio padre che prepara congressi e al telefono è sereno.
E' Gaia con i suoi enormi ( e non scherzo) problemi dei diciassettenni, quelli che alla domanda "preferiresti tornare a 17 anni o saltare a 35?" ti fanno rispondere "Anche 40, ma non 17 vi prego!".
E' parlare con Virginia e sentirla serena, appagata, saggia e così collegata affettivamente e mentalmente a me.
E' vedere Franci che... una serie di cose, tra cui riprendere colore, smettere di trangugiare caffè e di muovere nervosamente prima una gamba e poi l'altra per una decina di ore.
Sentire il rumore di due spinali che tornano in deposito, Nik che usa di nuovo tutte le parole correttamente.
E' osservare Amy che cammina fino al bagno, anchilosata più della vecchina centenaria sua vicina di letto, e non potermi nascondere in un angolino e piangere per il sollievo perchè c'è da disinfettare dei graffi.
E' preparare i muffins la mattina alle sette con i mirtilli che macchiano qualsiasi cosa nel raggio di 5 metri e prendere maialosi cornetti bollenti.
E' guardare quelle persone e pensare che farei un patto col diavolo per un loro sorriso, per un loro passo, per delle analisi nella norma, per qualsiasi cosa che possa rendere tutto un pò più facile. In fondo Medicina è prendersi cura di, non per forza guarire. E' scegliere la terapia più idonea, valutare.
"Toglietele i libri da davanti!" ha detto ieri ridendo la madre di Nik, e forse non ha tutti i torti. E oggi che sto impazzendo sui libri di notte e sull'autobus e mentre cammino perchè spesso di giorno ho altro di più importante da fare... al rumore delle pagine preferisco comunque il timer del forno mentre i muffins gonfiano o lo sciabordare delle onde e la risacca a due metri dalla schiuma, se questo può cambiare qualcosa per qualcuno a cui tengo.
Perchè quello che conta davvero non è un esame del cazzo che prima o poi passerò, tanto sto studiando tanto e sono davvero in grado di giudicare modalità e tempi per tutto.
Quello che conta davvero è recuperare un rapporto perduto, perchè si cresce.
E' mio padre che prepara congressi e al telefono è sereno.
E' Gaia con i suoi enormi ( e non scherzo) problemi dei diciassettenni, quelli che alla domanda "preferiresti tornare a 17 anni o saltare a 35?" ti fanno rispondere "Anche 40, ma non 17 vi prego!".
E' parlare con Virginia e sentirla serena, appagata, saggia e così collegata affettivamente e mentalmente a me.
E' vedere Franci che... una serie di cose, tra cui riprendere colore, smettere di trangugiare caffè e di muovere nervosamente prima una gamba e poi l'altra per una decina di ore.
Sentire il rumore di due spinali che tornano in deposito, Nik che usa di nuovo tutte le parole correttamente.
E' osservare Amy che cammina fino al bagno, anchilosata più della vecchina centenaria sua vicina di letto, e non potermi nascondere in un angolino e piangere per il sollievo perchè c'è da disinfettare dei graffi.
E' preparare i muffins la mattina alle sette con i mirtilli che macchiano qualsiasi cosa nel raggio di 5 metri e prendere maialosi cornetti bollenti.
E' guardare quelle persone e pensare che farei un patto col diavolo per un loro sorriso, per un loro passo, per delle analisi nella norma, per qualsiasi cosa che possa rendere tutto un pò più facile. In fondo Medicina è prendersi cura di, non per forza guarire. E' scegliere la terapia più idonea, valutare.
"Toglietele i libri da davanti!" ha detto ieri ridendo la madre di Nik, e forse non ha tutti i torti. E oggi che sto impazzendo sui libri di notte e sull'autobus e mentre cammino perchè spesso di giorno ho altro di più importante da fare... al rumore delle pagine preferisco comunque il timer del forno mentre i muffins gonfiano o lo sciabordare delle onde e la risacca a due metri dalla schiuma, se questo può cambiare qualcosa per qualcuno a cui tengo.
lunedì, luglio 02, 2007
Amici miei, direbbe Amy
Per questa seratina tranquilla, per tutte le supercazzole, per gli antani a destra un pò sulla sinistra, per essere tornati dall'Elba (bruciacchiati, aha aha ahahahaha!), per la "Buonanotte Fiorellino" che state violentando, per le studiate disumane che mi avete evitato (ed i risultati si vedono... fatty liver e qualche 30 sul libretto), per la casa al mare, quella in montagna e l'ospedale, per le schitarrate e le Ceres, i risottini dello chef Nik, i 260 di Franci da Viareggio, i verbi e le risate ed i Chupa Chups e gli italianissimi "Ma vaffanculo!" di Amy, i disegni di cadaveri sul marciapiede e per tutto quello che verrà. Thank you so much guys.
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