Tre treni e 7 ore di viaggio in meno di 24 ore, 12 ore di sonno da recuperare, da domattina alle 8 in reparto per i prossimi 15 giorni, fisio che santapacedevostudiare, riunione chiavica-riunione con i genitori-festa di fine anno-VdB tutto da preparare (anche gli esami, lo so...) seicentotrentottomila pagine di roba da leggere, una vita sociale da far colare a picco allo scoccare di questa mezzanotte.
Ma la notte scorsa è valsa tutta questa stracanata. Sapete, sentirsi a casa in molti luoghi è un privilegio che sottovaluto spesso, in fondo per me è così scontato avere le radici al vento che quando rifletto sul mio essere zingara è sempre un "Toh, guarda...". Stamani alle sette, dopo aver sbagliato stazione di partenza, aver cambiato stazione, scarmigliata e con i segni del cuscino sulla guancia, mentre sentivo dagli altoparlanti che il treno era stato soppresso ho pensato al come mai per me 'casa' è davvero un guscio sulla schiena e via, e la risposta è che le lumachine fanno tanta strada con il loro passo e la loro bavina perlescente dietro di sè. Sai dove vanno, e un pò le invidi perchè prendono partono e se hanno voglia ritornano.
E sapete cos'ho capito oggi? In realtà le lumachine sono così libere non solo perchè hanno gusci leggeri, ma perchè da qualche parte c'è qualcuno che le aspetta...Per fare nottata dopo una riunione di Branco in grado di tramortire un bisonte. Per farti conoscere gente che sulla tua strada ci voleva proprio. Per sorriderti felice per il solo fatto che sei lì, giocare a Forza Quattro in un locale very '70 e dirti che magari il prossimo weekend o quello dopo studiamo insieme a Firenze.
E venitemi a dire che 'casa' è un posto.